Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Cosa ricorda Ibrahimovic

Redazione

16.11.2012 ( Aggiornata il 16.11.2012 13:20 )

  • Link copiato

Zlatan Ibrahimovic sarà anche un grandissimo perdente, definizione che comunque mal si adatta ad uno che ha vinto un campionato nazionale in quasi ogni anno della sua carriera fra Malmoe, Ajax, Juventus, Inter, Barcellona e Milan (e dovrebbe fare apposta per non vincerlo con il Paris Saint Germain, anche se l'anno scorso Ancelotti è riuscito nell'impresa), ma rimane il giocatore complessivamente più forte dell'era moderna se valutato a parte rispetto alle sue squadre. Messi e Cristiano Ronaldo, per citare gli altri due del suo rango, per l'affermazione europea sono stati nelle squadre giuste al momento giusto, mentre Ibra è stato sì nelle squadre giuste ma il momento lo ha solo sfiorato. A volte è solo fortuna, senza particolari demeriti: così come gli scudetti non li ha vinti da solo, le eliminazioni premature in Champions non sono state causate dalla sua presunta 'troppa bravura' che condiziona i compagni e ispira più passaggi sui suoi piedi che negli spazi. Adesso dopo i quattro gol all'Inghilterra si parla giustamente della rovesciata che va considerata fra i più bei gesti di sempre visti su un campo da calcio, per tutti tranne che per la Fifa, davvero imprudente nell'annunciare i finalisti del Premio Puskas 2012 (in pratica il riconoscimento al gol più bello dell'anno) prima di un mercoledì di amichevoli per nazionali che non poteva dire niente di concreto ma invece molto di spettacolare. Invece la rovesciata fortemente voluta, non casuale come tanti gesti del genere, verrà senza un vero perché (manca un mese e mezzo alla fine dell'anno) presa in considerazione solo per il premio 2013. Mah... Quasi tutti gli altri gol sono del genere e dribbling e tocco verso la porta: bisogna essere campioni come Messi e Neymar, per carità, ma il gesto singolo, l'invenzione, il colpo, sono quelli di Ibrahimovic mercoledì scorso. Ci vuole poi sempre la collaborazione degli avversari, dai birilli scartati da Messi al goffo disimpegno di Hart che ha in pratica accomodato la palla per una rovesciata che non ci stiamo stancando di rivedere. Una prodezza che non aggiunge nulla alla carriera del trentunenne svedese, anzi di sicuro gli antipatizzanti diranno che queste cose le fa nelle partite che non contano, ma che è in definitica rappresenta il calcio. E che ci ricorda perché gli abbiamo dedicato tanto tempo delle nostre brevi vite. http://www.youtube.com/watch?v=fSyVYQLbhsQ

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi