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L’Europa verdeoro

Redazione

11 ottobre 2012

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Un brasiliano non si nega a nessuno, nemmeno alle nazionali. In Europa sono 18 i paesi che hanno attinto allo sterminato serbatoio verdeoro per rinforzare (o – in molti casi – illudersi di farlo) la propria squadra di calcio. Realtà blasonate o semplici sparring-partner, non c’è alcuna differenza; si va dalla Spagna (Senna) alla Germania (Cacau, Kuranyi, Fink), dall’Italia (Amauri, Tiago Motta) alla Polonia (Guerreiro), dalla Turchia (Mehmet Aurelio) al Portogallo (Pepe, Deco, Liedson) fino alla prossima avversaria degli azzurri, l’Armenia (Pizzelli – che però sarà squalificato – e Da Silva). E poi Croazia (Eduardo), Ucraina (Edmar), Macedonia (Gilson e Braga – entrambi non più in attività), Bulgaria (Marquinhos), Azerbaigian (Pereira, Ladaga, Gomes, Ramin), Bielorussia (Bressan), Svizzera (Fernandes), Bosnia (Baiano), Ungheria (De Almeida). Curioso il caso del Belgio. Nel 2009 dalle colonne del Het Nieuwsblad Marc Wilmots tuonava contro la convocazione in nazionale di Igor De Camargo, criticando la politica delle naturalizzazioni facili intrapresa già da tempo della Federcalco locale (una delle più eclatanti fu quella di Lulu Oliveira). Ma oggi che il ct del Belgio è diventato lui, la gestione di De Camargo gli causa più di un imbarazzo. Mai convocato finora per scelta tecnica? Oppure perché non lo considera un vero belga? L’ultimo paese a entrare nel gruppo è l’Olanda, con la convocazione del centrale brasiliano Douglas Franco Texeira da parte del ct Louis van Gaal. Calcisticamente Douglas è un giocatore olandese a tutti gli effetti. In Brasile ha giocato poco più di una stagione, dai 16 ai 17 anni, quando, dopo aver accompagnato un cugino a un provino con il Joinville, il club dello stato di Santa Catarina scelse proprio lui. Douglas non ha mai disputato una sola partita nella massima divisione brasiliana, e a 17 anni ha lasciato il paese per il settore giovanile del Twente. Da Enschede non si è più mosso. Ma anche fuori dal rettangolo di gioco il difensore non regala molti argomenti a color che non lo vogliono in arancione. Ha una compagna olandese, una figlia, e nel marzo 2011 ha completato tutti i test previsti dalla normativa dei Paesi Bassi per ottenere la cittadinanza. Scelta di cuore o scelta di comodo, rimane incontestabile che per la quasi totalità dei nomi sopra citati la risposta alla domanda “avrebbero mai avuto una chance di giocare nella nazionale brasiliana?” non può che essere negativa.

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