Lo stile di Del Piero

Lo stile di Del Piero

Pubblicato il 6 settembre 2012, 10:18

Ascoltando Alessandro Del Piero parlare del suo futuro a Sydney, vera e propria scelta di vita (guadagnerà un terzo di quanto avrebbe preso in Cina o in qualche postaccio della penisola arabica), ci siamo sentiti più vecchi ma soprattutto abbiamo apprezzato lo stile di un uomo che ha vissuto al massimo la varie fasi della sua carriera. Nella Juventus ultimo grande acquisto di Giampiero Boniperti e quindi indirettamente di Gianni Agnelli, nel 1993, poi talento emergente ai danni di Baggio e talento splendente con vittorie e gol decisivi in ogni dove fino all'infortunio del 1998. Sopportato speciale, in una lunghissima convalescenza attiva, con Ancelotti, di nuovo importante nel Lippi Bis, calato di grado (anche per l'arrivo di Ibrahimovic) con Capello, simbolo della rinascita nell'anno della B e in quelli immediatamente successivi, per arrivare al ruolo a 38 anni prevedibile di anziano campione da pensionare senza troppi complimenti per evitare che il suo ruolo sconfini in quello dirigenziale. Chiudere con uno scudetto non è da tutti e involontariamente Andrea Agnelli gli ha fatto un regalo evitandogli la trsietazza di partite di addio e giri di campo. Fra 50 anni ci saranno juventini che compreranno magliette di Del Piero, ma non di Andrea Agnelli. Diverso il discorso in Nazionale, dove in oltre un decennio ha inciso pochissimo sia nelle situazioni positive (Mondiale 2006 ed Europeo 2000) che in quelle negative. Forse nessun c.t. azzurro lo ha mai veramente stimato, forse la verità è ancora più semplice: l'ultimo Baggio di livello (quello del 1998) e il miglior Totti gli erano superiori, non è un'offesa constatarlo. Quello che è certo è che Del Piero è stato ed è ancora uno dei pochi calciatori trasversali, apprezzati anche come persone a prescindere dal tifo (cosa che si può dire, ad esempio, di Baggio ma non di Totti, per ri-citare i due nomi fatti prima) e soprattutto conosciuti anche da chi non segue il calcio. Merito del suo essere rimasto una persona equilibrata, nonostante le folli pressioni del calcio di vertice, ma anche, per chiamare le cose con il loro nome di un'intelligenza che in questo mondo è una rarità. Precisato che non è morto, ma che sta andando a giocare a calcio in uno dei paesi più belli del mondo, quando un grande giocatore lascia la serie A è impossibile fare i superiori e dire 'Così è la vita'. Qualcuno sta già scommettendo su un suo futuro alla Boniperti, ma forse come tutti noi è schiavo del passato e del mito dell'indissolubilità dei matrimoni. Invece la Juventus vivrà anche senza Del Piero e Del Piero lo farà senza la Juventus. Twitter @StefanoOlivari

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