Il fair play di Leonardo e Ancelotti

Il fair play di Leonardo e Ancelotti

Pubblicato il 7 agosto 2012, 12:29

Comunque vada a finire l'operazione Lucas, è chiaro che per il Paris Saint Germain il fair play finanziario dell'Uefa non esiste. Non dovrebbero farlo notare i club italiani, il cui neo-pauperismo condito da una finta politica dei giovani dipende solo dalle difficoltà finanziarie dei principali azionisti, ma Michel Platini il problema potrebbe porselo. Per loro ma anche per mezza Premier League, per Real Madrid, Barcellona e tutti i Malaga (nome non fatto a caso) presenti e futuri. Ma cosa dice la regola, molto citata e poco conosciuta? Dice che entro il 2017, tralasciamo le tappe intermedie, il deficit dei club deve essere al massimo di 35 milioni di euro su base triennale. Deficit nel cui computo non entrano le situazioni debitorie del passato e dove alla voce 'costi' non vengono imputate le spese cosiddette per investimenti: stadi, centri sportivi e commerciali, eccetera. Inutile dire che dal lato dei ricavi si può inventare praticamente di tutto, a partire dalle sponsorizzazioni farlocche (basta un terzo compiacente), ma l'importante era in fondo stabilire un principio. Le sanzioni, poi, di fatto non esistono, visto che si va dal semplice monito fino all'esclusione dalle competizioni, con molte tappe intermedie e tempi assolutamente indefiniti. Insomma, al Bayern Monaco si continueranno a fare tanti complimenti ma Platini è il primo a sapere che l'entrata di soldi esterni al sistema è fondamentale. Per questo Al Thani viene ufficialmente criticato ma in realtà fa comodo un po' a tutti. Quanto al principio, può essere giusto in una lega chiusa come la NBA o la NFL, ma in un sistema come quello del calcio porta solo alla cristallizzazione delle posizioni di dominio. Perché è chiaro che nel mondo vagheggiato da Platini, dove tutti sarebbero oculati amministratori, il vantaggio competitivo di chi ha il maggior numero di tifosi sarebbe incolmabile. Nella situazione attuale può accadere che in pochi anni una squadra media come Il Chelsea cambi il suo status (e poi paradossalmente vinca la Champions in una delle stagione in cui ha speso meno) e che il PSG, che non riesce a superare il Montepellier, possa competere con il Real Madrid per la stessa fascia di calciatori.

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