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Il Milan dell’ultimo Berlusconi

Redazione

10.07.2012 ( Aggiornata il 10.07.2012 10:14 )

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Non c'è più il Berlusconi di una volta, ma non lo si può dire. Soprattutto non lo può dire Adriano Galliani, trasformatosi in pochi anni da compratore no limits (quasi tutti i bilanci dal 1986 ad oggi sono stati chiusi in largo passivo) a spacciatore di 'Mister X' e di finti interessamenti (gratis) ad uso di tifosi che invece sono proprio quelli di una volta, pronti a credere a qualsiasi promessa il giorno del raduno e anche oltre. Perché tanto il 31 agosto è lontano e il Real Madrid potrebbe decidere di regalare Xabi Alonso (ma perché non Cristiano Ronaldo?), quindi per quasi due mesi si potrà sopravvivere di pure ipotesi. Senza contare che il Milan, anche senza toccare niente, è la squadra con il maggior talento diffuso della serie A e che la sola riduzione del numero di infortuni, molto più di Acerbi, Traoré e Constant, porterebbe come minimo ad essere allo stesso livello della Juventus. Nell'ottica dello scudetto Allegri ha in mano (anche) quest'anno la macchina migliore, mentre i sogni non abitano più a Milanello. La vera domanda quindi non è quella sull'ingaggio di Tevez, sostanzialmente inutile, ma su cosa rappresenti nel 2012 il Milan per un Berlusconi nella fase terminale della sua parabola imprenditoriale e politica. Un veicolo di comunicazione di valore internazionale, come è sempre stato? Un bene di famiglia, per dare una vetrina a qualche figlio senza fargli fare danni in settori più strategici dell'impero? Uno strumento di affermazione personale, come è stato indubbiamente alla fine degli anni Ottanta? Una grana costosissima, con vittorie poco festeggiate (di fronte alle cinque Champions ovviamente tutto sparisce) e sconfitte che diventano tragedie? Non crediamo a chi dice che Berlusconi voglia vendere il Milan, in ogni caso non sarebbe questo il momento ideale per l'operazione (si dice comunque che lo valuti un miliardo di euro). Di sicuro non ha più un modello in testa, posto che non può competere con gli sceicchi come avrebbe fatto il Berlusconi di una volta. E così si naviga a vista, una navigazione che per lo scudetto può essere sufficiente ma che a Berlusconi ovviamente non basta. Di qui un'insoddisfazione diffusa, un malessere che non si può curare con i prestiti gratuiti e forse nemmeno con i campioni. Twitter @StefanoOlivari

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