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Meglio giocare in Germania

Redazione

14.06.2012 ( Aggiornata il 14.06.2012 11:46 )

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Europei e Mondiali si dovrebbero disputare sempre in Germania, ricordando il 2006. Stadi pieni, situazione che non è scontata nemmeno nei paesi calciocentrici (chi si ricorda di Italia Novanta? Sorvolando sugli Europei di dieci anni prima...), organizzazione perfetta, città non respingenti, trasporti di qualità, ma soprattutto un buonissimo ambiente intorno all'evento sportivo. Di queste caratteristiche Euro 2012 ha senz'altro la buona organizzazione, ma per il resto lasciamo perdere e non perché si sarebbe potuto giocare in Italia (anzi). Il problema principale è quello dei tifosi, ma non solo per i prevedibili scontri fra gli ultra di Polonia e Russia: Platini è un grande uomo di sport, nel senso migliore dell'espressione, ma non può cancellare secoli di storia nemmeno con la minaccia di 6 punti di penalizzazione nelle prossime qualificazioni europee. Chi ha visto le immagini degli scontri può intuire che Euro 2016 non fosse in cima ai pensieri dei partecipanti... Il punto vero è che non si può 'sconsigliare', come è stato fatto in maniera quasi ufficiale, ai tifosi inglesi, di andare a Donetsk ad assistere a Inghilterra-Ucraina (martedì) perché il pubblico di casa potrebbe non gradire un diverso colore della pelle o perché i singoli inglesi, anche bianchi, richierebbero grosso andando in giro non intruppati. Non è un caso che, prima volta nella storia, dall'Inghilterra siano tornate indietro migliaia di biglietti. Alla fine si accetta di fare spettacolo in paesi non democratici (il Mondiale 1978 o le Olimpiadi del 1980 e del 2008, per non andare troppo indietro), si accettano scorciatoie ripugnanti pur di dare un'idea di ordine (il massacro dei cani randagi in Ucraina o i mendicanti che scompaiono dalla sera alla mattina in tanti altri posti), si fanno esibire milionari davanti a gente che muore di fame (Sudafrica 2010), ormai siamo vaccinati contro tutto. Ma che si tolga il calcio ai tifosi ancora non lo accettiamo. Ci stiamo arrivando, comunque. Stefano Olivari, 14 giugno 2012

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