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Il Barcellona modello Del Bosque

Redazione

07.06.2012 ( Aggiornata il 07.06.2012 15:26 )

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Anche la versione 2012 della Spagna alzerà un trofeo? Meglio parlarne prima della partita con gli azzurri che spiegare un risultato con la saccenteria del 'poi', visto che i pronostici li sbaglia solo chi li fa. Il discorso sui nomi è scontato: la rosa, tolti gli infortunati Villa e Puyol, è di fatto la stessa di Sudafrica 2010. Meno scontato quello sul gioco, perché proprio nel vittorioso Mondiale la Spagna ha evidenziato quello che poi è il difetto del suo club-architrave, cioé il Barcellona: l'ossessione per il possesso palla, con passaggi corti fra i più bravi e frequenti ribaltamenti di lato in stile basket. Un ottimo modo per gestire un vantaggio, prendere fiato e al limite difendersi quando non è giornata, ma anche un atteggiamento che permette ad avversari molto più deboli di organizzarsi. E non essendo Messi spagnolo, la fiammata in Nazionale si accende molto meno spesso in proporzione alla straordinaria qualità della manovra. Parlare così dei campioni d'Europa e del mondo è quasi ridicolo, ma la domanda iniziale era appunto se la Spagna si può battere. E Spagna significa Vicente Del Bosque, non Guardiola o Villanova. Gli stessi giocatori-chiave, quindi, ma un modo diverso di sfruttarne le caratteristiche. Traduzione: l'ex allenatore del Real Madrid non è quel semplice distributore di maglie che il luogo comune descrive, ma un tecnico esperto e con idee molto chiare. La principale è quella di non intasare gli spazi e creare presupposti per la mitiche 'ripartenze'. Quindi due mediani tosti e furbi (si legga: simulatori e procuratori di ammonizioni), Xabi Alonso e Busquets, con i palleggiatori distribuiti in altri ruoli: Xavi praticamente a ridosso della prima punta, Iniesta a sinistra e a destra David Silva secondo il teorema del piede forte all'interno che sembra dominare il calcio di oggi. Come nel Barcellona, Fabregas rischia di essere troppo bravo per essere titolare a fianco di altri troppo bravi. E' ovvio che in nessun caso Del Bosque avrà problemi nel formare un centrocampo (ci sarebbero anche Mata e Cazorla...), anche se è proprio in questo settore che gli azzurri hanno il loro punto di forza. Punto di relativa, molto relativa, debolezza della Spagna è secondo noi la difesa. L'assenza di Puyol toglie Sergio Ramos dalla destra, posto che verrà occupato da Arbeloa. In mezzo l'altro titolare dovrebbe essere Piqué, per lo meno la stampa spagnola scrive questo, ma il difensore catalano ha chiuso male la stagione e potrebbero esserci sorprese. Il volto nuovo è quello di Jordi Alba sulla fascia sinistra della difesa, volendo essere un po' cattivi l'esterno del Valencia è l'unico degli undici teorici titolari ad avere un cambio di passo importante pur senza essere il Roberto Carlos dei tempi d'oro. In porta ovviamente Casillas, una certezza sia quando viene preso a pallate (in nazionale gli è accaduto raramente) che quando viene sollecitato ogni tanto. Il nome del centravanti è oggetto di dibattito, ci sono il partito di Negredo e quello di Llorente, ma Del Bosque si rifiuta culturalmente di fare scelte da 'fenomeno' e dovrebbe quindi proporre un Torres che ha alzato sì la Champions ma che ha perso lo spunto del Torres di due o tre anni fa. Conclusione? Una squadra sempre fortissima, ma con meno armi e meno motivazioni per fare male. Il pareggio potrebbe stare bene a tutti, le scommesse non c'entrano. Stefano Olivari, 7 giugno 2012

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