Diego Della Valle ha scoperto che nel calcio italiano esiste la violenza, a dieci anni dalla sua entrata nel sistema come proprietario della Fiorentina (e prima ancora da consigliere dell'Inter, la squadra di cui è tifoso). Una denuncia un po' generica, con frasi del genere ''Non passano più messaggi positivi'', oltre che fuori tempo massimo e del tutto fuori luogo in una realtà come Firenze che non è certo la città calcisticamente più pericolosa della serie A. In altri termini, non si capisce dove l'inventore delle Tod's voglia andare a parare. Oppure lo si capisce benissimo, visto che in pieno calciomercato la Fiorentina è ancora senza direttore sportivo, dopo l'addio (inspiegabile, se il progetto è comunque quello della squadra low cost) di Pantaleo Corvino, oltre che senza allenatore dopo l'esonero di Delio Rossi in seguito alla simpatica discussione con Liajic. Per tacere della situazione della rosa in gran parte da rifondare e di situazioni mal gestite come quella di Montolivo (andato a fine contratto al Milan) che si sono tradotte in un danno finanziario notevole. La Fiorentina, salvatasi dalla retrocessione in B solo nel finale di campionato, è adesso a punto morto e Della Valle lo sa benissimo. Il fatto stesso che per la panchina sia ritenuto credibile Claudio Ranieri significa che il migliore scenario possibile è quello della transizione verso una nuova proprietà, mentre almeno Zeman farebbe tornare un po' di entusiasmo in città. Quindi lo sfogo 'calcolato' di Della Valle è un messaggio per niente in codice, già anticipato dalle mosse degli ultimi mesi: cari fiorentini, mi sono stancato di essere contestato anche perché per come è messo il calcio attuale non torneremo mai più a livello di qualificazione Champions senza spendere cifre folli. Questo per quello che possiamo capire. Se poi dietro c'è lo sceicco innamorato di Firenze pronto a costruire un altro Manchester City, o la volontà dei Della Valle di spostarsi a Roma (per non dire alla Roma), per non dire entrambi i fanta-scenari, non lo sappiamo. Quello che è certo è che il futuro prossimo della Fiorentina sarà di navigazione a vista. Senza violenza, ma anche senza entusiasmo.
Stefano Olivari, 23 maggio 2012