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L’utilità dei procuratori

Redazione

20.04.2012 ( Aggiornata il 20.04.2012 13:06 )

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Fra le tante anomalie del calcio italiano c'è di sicuro il modo in cui i procuratori prendono i soldi. E non ci riferiamo solo a quanto sta emergendo dall'indagine della Procura della Repubblica di Piacenza, di cui ha parlato diffusamente il quotidiano La Repubblica, che ha nel mirino quasi tutti i grandi procuratori italiani: Branchini, Pasqualin, Tinti, Pastorello, Bonetto, Moggi (Alessandro, ovviamente), Martina, eccetera. In pratica le società (si parla del Piacenza, da cui è partito tutto, ma potrebbero essercene altre) iscrivono a bilancio le commissioni dei procuratori sotto la voce 'Diritti pluriennali dei calciatori professionisti', il che significa non pagare l'Iva che andrebbe invece pagata nel caso di prestazioni professionali. In sostanza un risparmio, chiamiamolo così, del 21%, su cui si esprimerà la magistratura. Noi ci esprimiamo invece sul fatto che quando c'è una intermediazione il costo di tale intermediazione è di solito sostenuto dalla parte acquirente o comunque da chi ha percepito i soldi. Nel calcio invece sono spesso le società che si accollano questo onere, un po' perché il risparmio fiscale può essere diviso fra i vari attori della vicenda e un po' anche perché in questa voce possono confluire anche altri tipi di servigi resi dai procuratori. Che, chiunque sia a pagare, si tengono dal 4 al 10% dell'ingaggio lordo più bonus per mediazioni inconfessabili o magari non andate a buon fine. Visto che il monte ingaggi della serie A sfiora il miliardo e mezzo di euro lordi (non entriamo nemmeno in discorsi di nero), è più che realistico pensare che ai procuratori finiscano, solo dalla serie A (lasciando fuori serie minori e campionati esteri), dai 100 ai 150 milioni l'anno. E siccome quelli che si dividono i soldi veri non sono più di una decina, i conti sono presto fatti. Questo di per sè non significa che ci siano illegalità, perché in molti bilanci le spese di mediazione sono correttamente riportate, ma solo che di pura mediazione il calcio di serie A vede volare via una cifra che, stando ai bilanci 2010-11 (gli ultimi disponibili), è la metà delle perdite dell'intera Lega (274,8 milioni). Dire che i procuratori non dovrebbero esistere è demagogia, ai rimpiangitori dei bei tempi andati bisogna ricordare che il loro lavoro è importante per evitare truffe ai danni di ragazzi spesso impreparati e ignoranti, di sicuro condizionati dalle pressioni della controparte. Insomma, i 2 milioni all'anno che Mino Raiola prende solo dal contratto di Ibrahimovic sono soldi meritatamente guadagnati. Ma è concettualmente assurdo che in generale siano i club ad accollarsi spese che dovrebbero essere dei calciatori. Siccome gli stupidi siamo noi qui a scrivere e gli intelligenti quelli che guadagnano soldi, significa che tutte le parti in causa traggono una loro convenienza da questo strano meccanismo. Stefano Olivari, 20 aprile 2012

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