La tessera della Roma

La tessera della Roma

Pubblicato il 13 marzo 2012, 11:28

La tessera del tifoso non è morta, ma ha semplicemente cambiato nome rinunciando al suo aspetto commercialmente più antipatico e cioé l'abbinamento a una carta di credito. Per questo sembrano assurde le polemiche seguite alla decisione dell'Osservatorio del Viminale di passare dalla vecchia (si fa per dire, essendo nata nel 2010) tessera alla nuova Fidelity Card che fa un po' Esselunga ma che altro non è che una schedatura soft: come ha spiegato con chiarezza il capo della Polizia Antonio Manganelli, per gli abbonamenti e le trasferte sarà sempre necessaria, quindi nella sostanza non è che cambi molto. Questo per quanto riguarda i tifosi, cioé i diretti interessati al problema. Ma non può sfuggire il messaggio politico trasmesso, che sarebbe quello di una mezza marcia indietro rispetto alla linea dura con ultras e in generale con il tifo organizzato. I dati su feriti e devastazioni danno ragione alla scelta dell'ex ministro dell'Interno Maroni, con buona pace di quei politici di destra e di sinistra che hanno pensato di guadagnare qualche facile voto lisciando il pelo a delinquenti o nullafacenti di ogni parte d'Italia. I club, che straparlano di famiglie allo stadio e di modello Premier League, dovrebbero essere i primi felici di avere stadi e dintorni più vivibili, ed in effetti quasi tutti hanno sostenuto Maroni che in fondo ha fatto il lavoro sporco per loro, facendo oltretutto perdere voti alla Lega in molte curve del Nord. Tutti tranne alcune piccole realtà, ostaggio di violenti locali, e anche qualcuna grande come la Roma, che attraverso suoi fiancheggiatori di ogni livello ha sempre demonizzato la tessera. Quando Maroni dice che hanno vinto le tifoserie violente, almeno a livello di immagine, non sbaglia, così come quando parla di una certa politica romana che per tornaconto o paura ha trasformato una questione di ordine pubblico in una battaglia in punta di diritto davvero degna di miglior causa. E il ministro Cancellieri, al di là del suo tifo per la Roma (l'unica cosa buona di tutta la vicenda, peraltro), ha subito capito che il vento era cambiato e si poteva lanciare un messaggio di un certo tipo. Roma ha vinto, per citare il Gladiatore. Il governo dei tecnici ha già troppi problemi nelle piazze per rischiare che si riempiano anche dei violenti del calcio. Twitter @StefanoOlivari

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