Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Redazione

14.02.2012 ( Aggiornata il 14.02.2012 16:49 )

  • Link copiato

Nessuno ci hai mai spiegato perché il Fabio Borini di turno che si trasferisce dalle giovanili del Bologna a quelle del Chelsea viene definito “scippo” dai medi italiani, mentre per chi compie il percorso inverso – vedi il recentissimo caso dell’olandese Ouasim Bouy, passato dallo Jong Ajax alla Juventus – si parla di “grande colpo in prospettiva”. Un trasferimento, quello di Bouy, peraltro assolutamente incomprensibile. Due parole innanzitutto sul giocatore. Ouasim Bouy, nato l’11 giugno 1993 ad Amsterdam e calcisticamente cresciuto nel AVV Zeeburgia, è un interno sinistro di centrocampo dalle spiccate propensioni offensive che negli ultimi due anni ha fatto la spola tra Ajax A1 (ovvero la selezione under-19) e lo Jong Ajax (l’equivalente della nostra Primavera). 26 presenze e 15 gol con l’A1, 9 e 3 nella compagine maggiore. Il giovane di origini marocchine è inoltre titolare dell’Olanda under 19, alla cui qualificazione alla fase elite dell’Europeo di categoria 2012 (round finale previsto a luglio in Estonia) ha contribuito segnando una rete lo scorso autunno nel 2-0 rifilato ai pari età della Finlandia. A gennaio Bouy, assieme al compagno di squadra Davy Klaassen, è stato aggregato alla prima squadra dell’Ajax in partenza per il Brasile per la preparazione invernale. Se Klaassen aveva già debuttato (e segnato) in Eredivisie, per Bouy l’esordio – a detta di De Boer – sarebbe stato una mera questione di tempo. Poi però è arrivata la firma con la Juventus. Tutto si può dire della Eredivisie, tranne che non sia un campionato formativo. Ovvero l’esatto contrario della Serie A. In Olanda, come in altri campionati di dimensioni più piccole (si pensi ad esempio al Portogallo, oppure alla Svizzera), i giovani di valore trovano rapidamente spazio in prima squadra e iniziano subito a relazionarsi con la realtà “pro”, acquisendo esperienza sul campo. Niente bambagia nella Primavera fino a 19-20 anni, niente girandola di prestiti (spesso deleteri), nessuna annata persa a scaldare la panchina. E’ ovvio che allo Sneijder di turno è poi necessaria la Serie A (o la Premier, la Liga, la Bundesliga) per poter diventare una stella del panorama calcistico internazionale e arrivare a giocarsi la coppa del turno. Ma stiamo parlando di uno step successivo. Bouy li ha saltati tutti. Senza nemmeno sapere se è un giocatore da Ajax, o quantomeno da Eredivisie. Poi uno legge il nome del suo procuratore, Mino Raiola, e capisce tutto.

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi