"Quanto più ti allontani dall'area di rigore, tanto più ti avvicini al gol". Con questo paradosso un personaggio discusso come Juanma Lillo (teorico di prim'ordine che quasi mai da tecnico è riuscito a tradurre le conoscenze in risultati) intende dire che per arrivare al gol non sempre è necessario accumulare giocatori in area di rigore; anzi, per creare gli spazi opportuni e sorprendere l'avversario è consigliabile sviarne le attenzioni, svuotare inizialmente l'area per poi arrivare in un secondo momento alla finalizzazione.
Funzionale a questa strategia è il ruolo dell'attaccante di manovra, cioè una punta che non occupi staticamente l'area di rigore. Lo specialista principe, nella Liga e forse in tutta Europa, è Benzema, medie realizzative di tutto rispetto e cervello da centrocampista. Sull'altra sponda della Madrid calcistica però un altro attaccante di manovra emerge come la novità più positiva della fin qui deludente stagione dell'Atlético: non Falcao, nè Diego, ma Adrián López, il miglior colchonero.
Un Adrián il cui arrivo era stato circondato da scetticismo la scorsa estate. A ridurne il richiamo un record realizzativo limitato agli 11 gol nel Depor retrocesso, e una presenza nell'Under 21 campione d'Europa efficace (capocannoniere del torneo) ma oscurata dallo splendore dei tanti palleggiatori intorno alle sue spalle. E invece, 12 gol (6 in Liga), record personale superato, ma soprattutto un apporto al gioco insostituibile sia per Manzano che per il nuovo tecnico Simeone.
Il movimento tipico di Adrián è il taglio senza palla dal centro verso la fascia. Si allontana dall'area per avvicinare tutta la squadra al gol. Muovendosi fra centrale e terzino li "blocca" entrambi, allarga la difesa avversaria e crea uno spazio nel quale possono ricevere liberamente l'esterno che taglia dentro (il movimento di Diego, che ora parte a destra) o il terzino in sovrapposizione. Un tempismo e un'intelligenza non comuni anche nell'appoggiare il centrocampo, con giocate essenziali e tecnicamente prive di sbavature.
Ma Adrián non è uno che scappa per paura degli stopper: anche da unico riferimento offensivo, nel derby del Bernabeu, ha impressionato la sua capacità di offrire uno sfogo in profondità, duellando in velocità con Pepe e Ramos senza mordere la polvere al primo contrasto (come avviene al 90% degli attaccanti della Liga, atleticamente impotenti al cospetto dei centrali madridisti). Insomma, un attaccante completo che a sorpresa potrebbe entrare pure nei piani di Del Bosque.
(a cura di Valentino Tola)