La buona battuta di Vialli

La buona battuta di Vialli

Pubblicato il 24 gennaio 2012, 10:34

Zdenek Zeman è lo juventino meno amato dai tifosi juventini, oltre che allenatore detestato da mestieranti e 'uomini di calcio' nell'accezione peggiore dell'espressione. Per questo la twittata di Gianluca Vialli non sorprende: dallo scherno nei confronti del perdente, quando Zeman passava da un esonero all'altro, ai sospetti verso chi sta facendo bene il passo è brevissimo. La differenza fra Vialli e le truppe cammellate (anche giornalistiche) del mondo moggiano è che Vialli è una persona intelligente, indipendente e senza favori da restituire. Di più: la sua carriera non è legata solo a 'quella' Juventus, dove comunque ha alzato il trofeo più importante (la Champions League 1995-96), ma a quasi vent'anni di calcio da protagonista, . Quindi quella che apparentemente è stata solo una battuta velenosa sul Pescara di Zeman (''Il Pescara gioca bene, vince e corre moltissimo. Chissà come si sentirebbe Zeman se qualcuno comuinciasse a sospettare di così tanta energia...'') è in realtà molto di più. Cioè l'indicatore di un risentimento covato per quasi 15 anni, da quell'estate 1998 in cui l'allenatore boemo denunciò l'abuso di sostanze chimiche da parte dei giocatori professionisti, parlando anche della Roma (!!!) al tempo da lui allenata. Oltre che dell'ingrossamento fisico, visibile a occhio nudo, dei vari Vialli e Del Piero. Inutile ricordare l'iter giudiziario seguito a quelle accuse, con la prescrizione (ci mancano i commenti dei web-giuristi della domenica, ammettiamo di averlo scritto apposta) a chiudere la vicenda, più interessante è la verita storica. E qui non si può negare a Vialli il diritto di rispondere colpo su colpo, almeno dal punto vista mediatico: la sua storia di campione solo per un breve periodo ha incrociato le strade di Agricola e Ventrone. Ricordando che la sua Juve è circostritta a due anni (dal 1994 al 1996) e che di fatto era la Juve costruita da Boniperti con l'aggiunta di Lippi in panchina e, per citare solo quelli 'veri', di Ferrara, Deschamps e Paulo Sousa in campo. Conclusione? La battuta ci sta e non c'era nemmeno bisogno delle goffe precisazioni (ascoltate a Sky) seguite alle reazioni stizzite arrivate da Pescara, Foggia, Roma, eccetera. Questo è il calcio, da sempre parodia della guerra: non si possono pretendere i complimenti degli avversari. Twitter @StefanoOlivari

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