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Il business di Zio Paperone.

Redazione

17 gennaio 2012

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"ZIO" PAPERONE ACCONTENTA DAISY DUCK (in arte PAPERINA) Il feuilleton della settimana viaggia sull’asse Milano-Parigi, con la clamorosa vicenda della cessione-non cessione di Alexandre Pato ai neoricchi emiri del Paris St. Germain. Capita che il 22enne Paperino, accasato nientepopodimeno che con la figlia del Papi Silvio, e protagonista di una stagione che lo ha visto finora più sulle pagine delle riviste di gossip che su quelle sportive, sia praticamente ceduto, dietro lauta (35 cucuzze, neppure troppo, confrontati con i 42 mln. per Pastore) ricompensa, ai suddetti franco-qatarioti, a riformare un trio da nostalgia-Milan con Leonardo, sempre più supermegadirettore, e “Carlò” Ancelotti, appena passato dai siparietti tv con Caressa e Paolo Rossi allo sbarco in un torneo che fino a poco fa noi italiani vedevamo con un sorrisetto. Tale cessione avrebbe portato allo sbarco in Italia del giocatore più corteggiato da 20 anni a questa parte, roba che bisogna risalire all’arrivo di Maradona a Napoli per vedere una trattativa così seguita dai media. Stiamo parlando naturalmente di Carlitos “Apache” Tevez, che da un po’ di mesi è divenuto l’oggetto del desiderio di mezza Europa (almeno a sentire i media di casa nostra). Sta di fatto che all’improvviso il clamoroso scambio si bloccò. Per volontà di chi? Ma ovviamente del Presidentissimo Silvio Berlusconi, che all’improvviso si mise di traverso e, per la felicità della figlioletta, già lacrimante di fronte alla partenza del moroso, convinse lo stesso brasileiro a rinunciare al trasferimento. Per la delusione di Tevez, che rimane a bere mojito in Argentina, poiché a Milanello, dopo il “no” di BerlusPato, si canta “No tengo dinero”. Arrivò quindi l’ora del derby, con un attesissimo Pato partito titolare accanto ad Ibra, e risultato…peggiore in campo, per la gioia di Villa Arzilla Inter, che fa il colpaccio con Milito e torna in corsa-scudetto. Ah, se a volte si parlasse più di calcio giocato… Voto: 4 al pasticcio internazionale combinato dal Milan e all’intera vicenda, 3 alla mossa del Milan di scaricare Pato per poi riacchiapparlo, con i risultati che conoscete… DE ROSSI  - ROMA… CIAK - 84, SCENA - 258, AAAAZIONE!! Restando al calcio è da registrare l’avanzamento della vicenda - De Rossi, che in realtà avanzamento non è, perché ci troviamo sempre al punto di partenza… L’aspirante Capitan Futuro, al termine della partitella di pallanuoto giocata a Catania, poi sospesa e segnata da un suo gol con tanto di dedica al pubblico siculo, giura che “il suo primo obiettivo è rimanere a Roma, ma la parola fine si metterà solo al termine di questa vicenda”. Ora, vien da sé che se il Campione del Mondo 2006 fosse davvero convinto di rimanere nella Capitale, a quest’ora staremmo già parlando di una conclusione all’insegna dello zuccherosissimo “e vissero tutti felici e contenti”. Così evidentemente non è, e quindi si sfoglia ancora la margherita, anche se ormai i prati di Roma e dintorni sono spelacchiati, a furia di sfogliare. Sembra che alla fine il De Rossi possa rimanere, se non altro per sfinimento, ma comunque invitiamo i lettori a seguitare la fiction su questi schermi, roba che “Beautiful” in confronto è roba da dilettanti. Voto: 4, re-invitiamo Daniele a prendere una decisione al più presto, se non altro per la salute dei prati romani… UNICO E INIMITABILE TRAP! Dal mondo arabo arriva la notizia del ricovero d’urgenza per il sommo Diego Armando Maradona, ora impegnato a contare i soldi versati dal blasonato club dubaita (si dirà così? Boh! Vabbè, di Dubai…) dell’Al-Wasl. Il già Pibe de Oro si era probabilmente scalmanato nella battaglia tra i suoi ragazzi e l’Al-Ahli, ex club di Fabio Cannavaro (sul quale torneremo in seguito). Vinta per 2-1  la disfida di vertice del campionato degli EAU (Emirati Arabi Uniti), roba da far invidia a Real - Barca, il buon Diego ha risentito dello sforzo, ed è stato ospedalizzato, tanto per usare una brutta parola, per un calcolo renale. Per fortuna solo un grande spavento, ma invitiamo Dieguito a limitare, in futuro, scene tipo - Trap in panchina… Voto: 7 alla grinta messa ancora dall’ex idolo del San Paolo in quel di Dubai, 4 alla paura che ci ha fatto prendere… … E COSì CHE NACQUE ANCHE LA “BOLLYWOOD” CALCISTICA! Restiamo in Asia e apprendiamo la notizia del gran ritorno in campo di uno dei principali idoli delle donne italiane, nonché finto infortunato ai tempi di Calciopoli, nonché campione del mondo… insomma, stiamo parlando del buon Fabio Cannavaro. Che, non pago dei milioni raccolti in carriera, ha pensato bene di raccogliere un altro po’ di moneta in terra indiana, laddove il calcio è popolare quanto lo sci in Ghana, probabilmente. Voce dal fondo: ma non si era ritirato? Ah, verba volant… Il gran ritorno in campo del Pallone d’Oro 2006 avverrà con la prestigiosa casacca del West Bengal, team che semplicemente non esiste, ma che verrà creato per partecipare ad una lega di ben 6 (!) squadre, che durerà due mesi (!!), da febbraio ad aprile prossimo, e che vedrà abbinati ogni squadra a un (ex) campione, o presunto tale: i nomi, oltre al “Canna” nostro, sono quelli di Hernan Crespo (ma non è sottocontratto con il Parma?), Morientes, Okocha, Fowler e Pires. A completare le prestigiose compagini degli allenatori europei in cerca di denaro fresco e un manipolo di comprimari e illustri sconosciuti. Che triste fine, per qualche dollaro in più… Voto: 3 a questi patetici fine-carriera, 2 all’intera vicenda, 0 all’interesse con cui seguiremo le vicende di questo prestigioso torneo… IL RAGAZZO SCOMMETTE BENE… DI CHE ANNO E’??!?!?! Per ciò che concerne l’annoso tema “calcio e illeciti”, sempre presente nell’italico pallone, sono da registrare le dichiarazioni di Mario Macalli, vulcanico Presidente della Lega Pro (l’ex Serie C, per intendersi), che, oltre alle barbose dichiarazioni di rito sulla necessità di controllare i campionati, per evitare flussi anomali, ecc., ha spostato l’attenzione sugli illeciti in atto nei vari tornei giovanili. Dove apparentemente si vive di gloria, ma in realtà tra quote, prestigio a livello regionale (lotta tra peones, ma sempre prestigio è…), smercio di presunti baby-fenomeni, c’è un giro di qualche soldino. E quindi ci starebbe pure aggiustare i risultati per ottenere qualche eurino in più. Alla faccia dell’etica dello sport, del rispetto, e di tutte queste belle parole che si usano nelle varie conferenze sul tema con il panno verde e la bottiglia di minerale sul tavolo. Ci sarebbe poi la questione dei genitori terribili che credono di avere i futuri Messi e Cristiano Ronaldo in casa, ma temiamo di non uscirne più… Voto: 4 ai vari magheggi in atto nel calcio, anche a livello giovanile, 3 alle solite belle dichiarazioni, se non vengono seguite dai fatti, come purtroppo spesso accade… 3 SU 3… SEMPLICEMENTE LODE A PITTIN! Occupiamoci ora di uno sport che solitamente trova lo spazio della ruzzola sui vari patinati rotocalchi sportivi: stiamo parlando della combinata nordica, disciplina che in realtà ne contiene due, perché dopo aver rischiato la vita saltando da trampolini con ai piedi lunghissimi sci (roba che fa impallidire molti calciatori, che ai primi accenni di neve ne approfittano per anticipare il consueto tour invernale alle Maldive), ci si concede anche una bella sciata nei boschi. Così, tanto per allungare un po’ il brodo… Tale combinata, popolarissima nel Nord Europa, da noi è popolare solo in alcune riserve tra le montagne alpine, per il resto siamo al livello del suddetto sci in Ghana. Detto ciò, è davvero da esaltare l’incredibile impresa di Alessandro Pittin, già bronzo olimpico a Vancouver 2010, che ha pensato bene di togliere il numero 0 dalla casella delle vittorie italiane in Coppa, conquistando un’incredibile tripletta. 3 vittorie in 3 giorni sulle nevi francesi di Chaux Neuve per il 24enne friulano, capace di un’autentica impresa. “Non avevo mai vinto, ho dominato”, le sue parole, per  un ragazzo che ora minaccia di ripetersi e mira la Coppa del Mondo. Che dire, un’inattesa e magnifica scoperta, sperando che come spesso accade, non si torni nell’anonimato… Voto: 4 ai media, tra cui noi, che scoprono questi sport solo in certe situazioni, 10 e lode a Pittin, davvero bravo nel primeggiare (non 1, non 2, ma ben 3 volte!) in una disciplina dura e complicata. Con le strutture che ci sono in Italia, poi… E' TUTTA UNA QUESTIONE DI BUSINESS!! Chiudiamo questa settimana con due notizie curiose, ancora provenienti dal Circo Bianco, ma stavolta parliamo di sci, una roba un po’ più popolare, diciamo così. Fa scalpore la vicenda di Tina Maze, sciatrice slovena tra le più brave (e avvenenti, il che non guasta mai), del circuito, messa sotto inchiesta dalla Fis, la federazione internazionale, di aver taroccato le sue prestazioni usando mutandine con materiale plastico al suo interno. Tutto ciò avrebbe vantaggi aereodinamici per alcuni. Roba da cinepanettone, più che da sport che si definisce serio. Poteva lasciarsi sfuggire l’occasione la bella Tina per l’ormai consueto quarto d’ora di celebrità? Certo che no, ed eccola al traguardo del successivo SuperG di Cortina (a proposito di cinepanettoni…), a sfoggiare un bel reggiseno sportivo, con tanto di invito alla Fis tra il minaccioso e l’ironico: “Not your business”. Così, tanto per avere qualche click in più sui vari siti che bramano di soft news di tal fatta… A riconciliarci con lo sci e lo sport in genere ci pensa la bella storia proveniente dal Canada, dove un bimbo autistico, Gage Ferguson, di 8 anni, si è messo inspiegabilmente a tifare per il connazionale Brad Spence, sciatore di retrovia, non certo uno Svindal o un Kostelic. Sta di fatto che il buon Gage, intristito dall’immacolata tuta del suo impopolare idolo (perdonateci l’ossimoro), ha tirato per la giacchetta il papà, chiedendogli di versare qualche soldino per far avere una scritta in più al gregario Spence. Si è così concretizzato questo scambio da libro Cuore: Spence ha gareggiato nello slalom di Wengen con lo sponsor di Gage sul casco, e in cambio il ragazzino ha vissuto un weekend a contatto con il suo idolo con tutta la famiglia, weekend gentilmente foraggiato dalla Klm, partner del team canadese. Anche qui, business is business (immaginiamo i buoni risvolti per i protagonisti della vicenda), ma perlomeno respiriamo meglio, di fronte a vicende così. Voto: 7 alla curiosa vicenda Maze-Fis-mutanda rinforzata, che perlomeno ci ha fatto sorridere, 8 all’opportunismo della slovena per guadagnarsi un po’ di celebrità, 10 al piccolo Gage e a Spence, per la serie “è sport anche questo, non solo quello dei milioni” (o miliardi, a volte)…

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