Nel giro di una settimana, abbiamo assistito a due belle storie di calcio scritte in terra d’Albione: quelle di Thierry Henry e di Paul Scholes. Entrambi sono andati in gol dopo essere stati richiamati dai loro mentori Arsène Wenger ed Alex Ferguson, in emergenza per le partenze di alcuni uomini per l’imminente Coppa d'Africa uno, per i numerosi infortuni l'altro. Il francese di proprietà dei New York Red Bulls ha esordito per la seconda volta con la maglia dell’Arsenal lunedì scorso in FA Cup segnando il gol-vittoria dopo dieci minuti dal suo ingresso in campo contro il Leeds United. Una marcatura densa di significato, in quella che è la coppa più antica e romantica del mondo. L'inglese è invece tornato in campo nel suo Manchester United a distanza di sette mesi dal ritiro dall’attività agonistica, ed ha pagato la fiducia di Alex Ferguson (che è al settimo cielo per questo inaspettato ripensamento), presenziando prima nel vittorioso derby di Coppa col Manchester City e poi segnando il gol dell'1-0 contro il Bolton in campionato. Altroché la "minestra", ad essere riscaldato è il cuore dei tifosi, che hanno rivisto calpestare il prato dell'Old Trafford e dell'Emirates Stadium dai piedi di due leggende della Premier League. E poco importa se entrambi sono destinati a lasciare presto i loro club (Scholes resterà allo United fino a fine stagione, Henry fino a marzo, quando dovrà tornare a giocare negli States, visto che è solo in prestito dai NY Red Bulls): due simboli che decidono di rimettersi in gioco, anche se per poche presenze, meritano solo elogi.
I più appassionati che vorranno comprare la loro maglietta, avranno un pezzo da collezione, visto che sia Henry che Scholes si sono dovuti prendere un numero diverso dal loro marchio di fabbrica. Titì ha preso il 12 anziché il 14, oggi occupato da Walcott (ma il 12 l'ex juventino lo aveva già avuto in nazionale). E visto che il 18 dello United è già sulla schiena di Ashley Young, Scholes ha ripiegato sul numero 22, indossato l'ultima volta nel 1995-96. Dal punto di vista numerico, Henry potrà aumentare il suo bottino di reti coi Gunners (è già il miglior marcatore della storia del club: quello al Leeds è stato il 227° messo a segno coi londinesi), Scholes può puntare al sorpasso di Bill Foulkes nel gradino più basso del podio delle presenze con il Manchester Utd: gliene occorrono una decina. Impossibile invece raggiungere i primi due, gli inarrivabili Ryan Giggs e Bobby Charlton.
Giovanni Del Bianco
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