La speranza dei Clippers

La speranza dei Clippers

Pubblicato il 12 gennaio 2012, 11:01

Chris Paul è stato senza dubbio la storia del frettoloso mercato NBA prima dell'inizio natalizio, adesso dopo la vittoria sugli Heat (95-89 al supplementare, con Miami condannata dai tiri liberi tremanti di LeBron James nel finale dei 48') i Clippers stanno diventando la storia della NBA sul campo ben al di là dei previsti giochi a due fra l'ex Hornets e l'uomo copertina (anche di molte riviste non sportive) Blake Griffin. Difficile dire dove potranno arrivare i Clippers in un Ovest dove i Thunder sono il futuro che è già presente e altre squadre, dai Lakers ai Mavs campioni in carica, sembrano più attrezzate per il basket senza domani dei playoff. Di sicuro la negatività e il tirare a campare (sia pure di lusso) di una certa NBA, che rendono evidente l'inutilità di almeno 5 squadre su 30, sembrano messi alle spalle e questo in un posto mediatizzato come Los Angeles vale più del record (5-3, mentre stiamo scrivendo queste righe). La vittoria sugli Heat conta al di là del dato numerico, perché finora contro squadre superiori (San Antonio e Chicago) la squadra allenata dal discusso Del Negro aveva regolarmente perso: guardando (grazie all'eccellente League Pass) la partita contro Miami si sono notati una fisicità e un linguaggio del corpo che dicono che una nuova era è davvero cominciata. LeBron e Wade sono stati contenuti da staffette fra Butler, Billups, Gomes, Williams e Foye, al punto che i Clippers sono parsi per qualche minuto addirittura una squadra difensiva (invece sono in fondo alla classifica NBA, secondo questo parametro). Eccellente sottocanestro DeAndre Jordan, pur non essendo amanti delle statistiche, che vanno sempre ponderate, non possiamo non ricordare che nei primi due quarti Paul e Griffin hanno segnato 30 dei 43 punti della squadra, con un 12 su 21 (i compagni 4 su 22...) al tiro. E' quasi impossibile che questa squadra possa aspirare alla finale di Conference, ma di sicuro ancora una volta la NBA ha dimostrato che la base dello sport professionistico americano è che tutti, da un anno all'altro, possono avere almeno la speranza di dare una svolta alla propria storia. Troppo diversi i mondi, sportivi e culturali, per poter anche solo ipotizzare che Abete impedisca alle milanesi di prendere Tevez, consentendone l'ingaggio solo a squadre di fondo classifica, ma uno dei motivi di interesse della NBA è proprio la speranza. E i Clippers sono tornati a sperare. Twitter @StefanoOlivari

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