Dietro al negro di Suarez

Dietro al negro di Suarez

Pubblicato il 7 gennaio 2012, 12:36

Le otto giornate di squalifica all'attaccante del Liverpool Luis Suarez, per gli evidenti insulti a Patrice Evra si prestano a qualche considerazione diversa da quelle del genere 'ma quant'è brutto il razzismo'. Primo: l'evidenza del caso non permette nemmeno di iniziare il solito circo fra innocentisti e colpevolisti, inevitabile quando esiste solo la parola di uno contro quella dell'altro. La vituperata televisione ha mostrato con chiarezza cosa è uscito dalle labbra dell'uruguayano e quante volte. Seconda considerazione: dopo una reazione aziendalistica (tipo le magliette pro Suarez indossate prima della partita con il Wigan), accortosi delle dimensioni del caso il Liverpoool ha preso e portato a casa le sanzioni conscio del fatto che una polemica ulteriore avrebbe fatto male soprattutto al Liverpool stesso. Terzo: la Football Association ha avuto un atteggiamento poco ideologico e molto concreto, parlando nelle motivazioni della sentenza di 'danni pesanti per l'immagine internazionale del calcio inglese'. Una cosa del genere in un Liverpoool-Manchester United moltiplica a dismisura la percezione del fatto, oltretutto riferito a una realtà in cui il razzismo è un problema infinitamente meno presente che, tanto per fare un esempio, in Polonia o in Romania. Quarto punto: la difesa 'culturale' di Suarez, con spiegazione che al suo paese 'negro' è un'espressione pesante solo quando viene usata in tono dispregiativo e che è normale innervosire gli avversari, anche bianchi, dandogli della scimmia, è palesemente debole. Ma lo capiamo perché abbiamo almeno una vaga idea del mondo da cui viene Suarez, non troppo diverso dal nostro di italiani (o di inglesi). Il razzismo di culture più lontane dalla nostra invece quasi sempre ci sfugge, oltre che rimanere impunito. Quinto: anche in questa sentenza c'è un nemmeno tanto sottile razzismo insito nell'antirazzismo. Traduzione: considerare il colore della pelle meritevole di attenzione è, in fondo razzista. E chi insulta un altro basandosi su ignoranza, ceto sociale, fatti personali, religione? Twitter @StefanoOlivari

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