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L’immagine di Terry

Redazione

22 dicembre 2011

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Brutti momenti per John Terry e Luis Suarez, in ogni caso. Il razzismo non scomparirà mai dalla faccia della terra, visto che non riguarda solo il colore della pelle ma anche questioni più sottili (ceto sociale, status culturale, professione, inserimento ambientale) che non si possono liquidare con uno slogan, ma non è un buon motivo per non combatterlo. Casa per casa, perché non si vincerà mai la guerra ma forse la guerriglia sì. Terry, capitano della nazionale inglese e del Chelsea, sarà processato per razzismo, dopo l'accusa di aver rivolto insulti ad Anton Ferdinand, il difensore del Queens Park Rangers durante l'incontro dello scorso 23 ottobre. Terry nega le accuse e si difenderà in tribunale il prossimo primo febbraio: fra l'altro la denuncia non è arrivata da Ferdinand, ma da un tifoso che rivedendo il filmato ha individuato (non ci chiedete come) gli insulti. Anche Suarez, squalificato per 8 giornate per insulti e gesti in direzione di Patrice Evra, è diventato suo malgrado un simbolo negativo di questa battaglia, ma il suo caso è diverso da quello di Terry e per certi versi più interessante. L'attaccante del Liverpool infatti non nega di aver fatto i gesti a lui addebitati, ma li ha spiegati dicendo che in Uruguay dare della 'scimmia' a un avversario, bianco, nero o giallo che sia, è un comportamento normale. Una tattica come un'altra per far innervosire, come tirare in ballo madri e sorelle, non certo qualcosa che riguardi il colore della pelle. Insomma, una questione di differenze per così dire 'culturali', che però nel torneo più televisto del mondo fanno sicuramente notizia. Conclusione? Il pendolo della sensibilità si sta spostando dal mafiosetto 'Tutto deve rimanere in campo e negli spogliatoi' al ricattatorio 'Tutto deve essere reso pubblico'. Diciamo ricattatorio, perché tranne che in casi evidenti (quello di Suarez lo è, quello di Terry meno) si arriva sempre al punto in cui la parola di uno vienme contrapposta alla parola dell'altro. Con l'ipotesi accusatoria che dal punto di vista giornalistico ha inevitabilmente più risalto. Comunque vada a finire, a prescindere dalla colpevolezza Terry sarà sempre quello 'coinvolto in una vicenda di insulti razzisti a Ferdinand'. Vista l'etica media del mondo del calcio, è quindi prevedibile che anche l'antirazzismo diventi un'arma tattica. Twitter @StefanoOlivari

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