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Redazione

19 dicembre 2011

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L'eterno calcioscommesse, prima di esibirsi in discorsi su Doni e Sartor, suggerisce subito una considerazione: garantisti con i dirigenti condannati per associazione a delinquere, colpevolisti con calciatori di seconda fascia. Questo lo schema di base dell'informazione italiana, un po' come il 4-4-2 nel calcio inglese di una volta (e anche di adesso, più o meno...). Detto questo, al di là dei 17 arresti l'iniziativa della Procura di Cremona va al di là della rivisitazione del recente passato (fra le tante del 2010-11, anche tre partite di serie A sono state analizzate dai magistrati: Brescia-Bari, Brescia-Lecce e Napoli-Sampdoria) ma va diritta sul presente perché secondo il Gip Salvini gli arresti sono stati motivati non solo dal possibile inquinamento delle prove ma anche dal fatto che la manipolazione delle partite fosse ancora in atto. La seconda puntata dell'indagine cremonese sul calcioscommesse è partita dalla denuncia di un giocatore del Gubbio, che ha riferito di avere ricevuto proposte per combinare partite. Alcuni personaggi, come lo stesso Doni, sono gli stessi di qualche mese fa (anche perché molte partite nel mirino sono le stesse), ma quello che ci sembra interessante oltre alle notizie che stanno uscendo minuto per minuto ci sembra la dimensione internazionale che può prendere l'indagine. La presunta centrale dell'organizzazione è infatti a Singapore, la vera terra promessa di organizzazioni criminali ma anche semplicemente di scommettitori di grossa taglia (e di bookmaker 'legali' che riversano lì il gioco da loro raccolto, ma non si può dire), con filiali in varie città europee. Prima però di disegnare scenari planetari, osserviamo che il livello delle partite e dei personaggi coinvolti è sempre medio-basso: non perché un giocatore della Nazionale sia di base più onesto di uno di LegaPro, ma perché occorrono più soldi per corromperlo. Insomma, in questa fase è facile mettere Doni sul rogo (fra il linciaggio e le manifestazioni di sostegno acritico ci sarà pure una via di mezzo...), anche perché ha rischiato una fuga tipo l'O.J. Simpson 1994: buon per lui che non gli sia riuscita. Pensare a mafiosi asiatici che dettano ordini crudeli, magari accarezzando il gatto in stile Spectre, è per noi molto comodo. Il camorrista tanto asiatico non è, invece, e le sue entrature (per non dire dei giocatori che può controllare con l'arma del ricatto) sono a livello ben più alto della serie B. Conclusione? Cerchiamo di commentare la realtà, non il bar dove tutti i calciatori sono dopati, corrotti, in malafede. Discorsi che si fanno mentre in televisione condannati ed evasori ti spiegano senza contraddittorio in che modo l'Italia potrà uscire dalla crisi. Twitter @StefanoOlivari

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