La tessera del tifoso è da cambiare, anzi così com'è è proprio da buttare. Non l'ha detto un ultrà diffidato, ma il Consiglio di Stato accogliendo un ricorso di Codacons e Federsupporter. E non si stava parlando dell'utilità pratica della tessera per il mantenimento dell'ordine pubblico, tantomeno dei massimi sistemi riguardanti libertà personali, privacy, eccetera. A prendere una bastonata è stato l'abbinamento (obbligatorio) della tessera del tifoso con una carta di credito. Traduzione nostra: il Consiglio di Stato, mettendo adesso la questione nelle mani del Tar del Lazio, ha spiegato che la tessera del tifoso è un regalo senza senso alle banche e a quei club calcistici che di queste banche sono partner e propongono agilmente il 'tutto in uno' contando sulla pecoronaggine (mista ad ignoranza) di tutti noi. Propongono, sottolineiamo, non impongono. In quasi tutti i casi l'attivazione della carta di credito è opzionale, anche se spesso il meccamismo di 'rinuncia' non è chiaro.
Una volgare schedatura a fini commerciali, comunque, mascherata da necessità imprescindibile. Come se qualsiasi cittadino con la carta d'identità fosse indotto ad avere una ipotetica 'carta del cittadino' associata a un prodotto bancario (state pensando che in realtà sta davvero diventando così? Avete ragione...). E quando i club (non Maroni o i suoi collaboratori) hanno ideato questo capolavoro della carta di credito abbinata, di governo dei professori e della banche ancora non si sentiva parlare... Va detto che il problema non riguarda tutte le squadre, visto che nell'applicazione della direttiva si è andati un po' in ordine sparso, e che esistono card 'pure' ed altre pretesto per far sottoscrivere un contratto non desiderato. Inter-Maestro (Bpm), Juve-Cartasì-Visa, Milan-Maestro (Intesa), Roma-Visa, Napoli-Postepay-Visa, per citare i primi abbinamenti che ci vengono in mente.
Va detto anche che bisogna scindere l'utilità della tessera del tifoso dall'assurdità della schedatura commerciale. All'atto pratico la tessera ha fatto scendere il numero di reati connessi a partite di calcio in Italia (dal numero di poliziotti e carabinieri feriti, calato dell'85% rispetto a prima dell'omicidio Raciti, a quello di tifosi incappati in qualche disavventura, abbassatosi del 58%), può non piacere dal punto di vista filosofico ma non si può negare che unita ad altri strumenti fra il dissuasivo e il repressivo (su tutti il Daspo, ovviamente) abbia sortito effetti notevoli. E' vero che la sicurezza si paga, ma di sicuro non con una carta di credito.
Twitter @StefanoOlivari