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Redazione

15 dicembre 2011

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Settimana intensa e ricca di avvenimenti per il mondo calcistico che assiste all’ingresso del Napoli agli ottavi di Champions ma anche alle dimissioni dell’allenatore Giannini e all’improvvisa scomparsa di Socrates. Le panchine che saltano Dopo la vittoria a Pescara, l’allenatore del Grosseto ha gettato la spugna, condannando il mondo a cui è sempre appartenuto: “Non si può essere messi in discussione ogni giorno. Se vinci, sei bravo. Se perdi quella dopo, diventi subito un cretino”. Giannini, da tempo sotto pressione ( a causa delle tre sconfitte in casa), ha deciso di cedere il testimone a Fabio Viviani, a cui aspettano momenti molto difficili per dare un indirizzo ad una squadra che ha già cambiato diversi allenatori, senza ottenere grandi successi. Si conclude, quasi nello stesso momento, anche l’avventura di Eusebio Di Francesco sulla panchina del Lecce. Dopo essere stato messo a tappeto (4 - 2) a Napoli la società salentina ha deciso di sostituire il tecnico con Serse Cosmi, che debutterà contro la Lazio. Numerosi sono stati i reclami che volevano Di Francesco a dirigere ancora la sua squadra, ma la decisione è stata, purtroppo, inappellabile. Adeus, Doutor Al termine delle vacanze settimanali, tuttavia, arriva la notizia peggiore: la morte di una grande icona del calcio brasiliano, Socrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira. Scomparso nella mattinata di domenica, il calciatore lascia una grande eredità artistica e morale. Nel 1982 il Corinthians di San Paolo vinse il campionato statale con «Democracia» stampato sulle magliette. Questo era il punto di arrivo di una battaglia iniziata 4 anni prima, con la «Democrazia corinthiana», e una grande vittoria per Socrates. La squadra passava da sistema gerarchico a socialista, dove ogni decisione era presa all’unanimità. Si saluta quindi un grande giocatore ed un grande uomo che purtroppo se ne va portando via con se una parte della storia del calcio. Amarezza Roma Grande amarezza, inoltre, a Roma, in seguito alla clamorosa sconfitta contro la Fiorentina, che ha  portato la Lupa nella parte destra della classifica e che ha spinto i tifosi alla rivolta. Messo in discussione l’allenatore Luis Enrique, che nonostante il successivo pareggio con la Juventus, ha dimostrato poco carattere e poca integrazione con lo schema italiano. Sedici formazioni diverse in altrettante gare e  poca considerazione per il capitano motivatore, sono stati la dimostrazione più lampante del fatto che ci si trova davanti ad un allenatore che non ha ancora colto le dinamiche calcistiche del Bel Paese. L’oro di Napoli E mentre la Roma piange sulle proprie ceneri, Napoli è tutta, un’unica grande festa. Il successo al Madrigal gli è valso 800 mila euro che vanno ad unirsi ai 3.3 milioni in arrivo come premio della UEFA per il superamento del girone. Non solo. A rendere la società ancora più ricca, infatti, sono stati: 3.9 milioni di euro per la partecipazione alla Champions League, 3.3 milioni di euro per le sei gare disputate, 2.4 milioni di euro per le tre vittorie (due col Villarreal, una col Manchester City), 0.8 milioni di euro per i due pareggi (uno col Manchester City, uno col Bayern Monaco), 3.3 milioni di euro per la qualificazione agli ottavi di finale e 6.6 milioni di euro l'incasso totale delle gare di Champions League disputate al San Paolo. Soldi apparte, la città italiana del sole e dei babà, è stata un’esplosione di emozioni e di colori. Tra fuochi d’artificio e caroselli, non sono mancati bagni nelle fontane cittadine con temperature siberiane. Tutto ha avuto inizio con il termine del fischio che ha decretato la vittoria napoletana sui partenopei del Villareal (2 a 0) che gli ha consentito l’accesso agli ottavi di Champions. In tutta la sua storia la squadra non era mai arrivata così in alto, neppure con il sostegno del “genio” Maradona. Questo successo, ha quindi, un sapore del tutto nuovo e particolare, frutto di anni di crescita e di conquiste sotto la guida di Mazzarri, ma soprattutto dell’impegno e della costanza di un team che s’inserisce, a tutto diritto, nella rosa dei grandi nomi internazionali. Il Napoli riporta una grande vittoria che spinge ad interrogarsi sul bilancio italiano in Champions League: si parla di 36 gare complessivamente disputate, con 13 vittorie, 14 pareggi e 9 sconfitte. Tuttavia bisogna ricordare che, L’Italia, con 57,70 punti, occupa ancora il quarto posto nella classifica del Ranking Uefa, preceduta da Inghilterra, Spagna e Germania. Nadal batte Del Potro. Coppa Davis alla Spagna Ed è proprio della Spagna che si parla nel mondo del Tennis, in festa per la vittoria del connazionale Rafa Nadal. Lo spagnolo, reduce da un anno piuttosto difficile, ha battuto in finale Juan Martin del Potro, aggiudicandosi la quinta coppa Davis. “El Clasico” Ci si prepara al brindisi anche sul campo di calcio, dove il dream team del Barcellona ha impartito una dura lezione al Real Madrid. La squadra di Mourinho, nonostante la spinta iniziale di  Karim Benzema, è stata costretta a capitolare sul 3 -1. L’allenatore del Barcellona ha dichiarato: «Lo spogliatoio è triste ma tranquillo. Alla vigilia avevo detto che fra le due squadre c'era equilibrio e nè una vittoria nè una vittoria lo avrebbe rotto. Nessun dramma. Ovviamente se perdi non sei così felice, però abbiamo gli stessi punti e se vinciamo a Siviglia saremo comunque leader ed arriveremo alla vacanze di Natale in testa alla classifica». E poi: «La sconfitta fa parte del gioco del calcio e la fortuna ha un ruolo importante. Sull'1-0 avremmo potuto fare il secondo gol, come facciamo in tante occasioni con gente come Cristiano Ronaldo, e il match sarebbe stato completamente diverso. Nel primo tempo la partita è stata molto equilibrata, nella ripresa c'è stato il secondo gol del Barcellona non dovuto al talento ma semplicemente alla fortuna». Non si esalta, del resto, per la vittoria che riapre la Liga, Guardiola. "Giocare qui è sempre complicato. Ma il campionato - dice - non finisce a dicembre. Non sarebbe stato chiuso se avessimo perso al Santiago Bernabeu, non è cambiato ora che abbiamo vinto". E sul gol subito dopo 20 secondi dal Real, sostiene: "Ho cambiato qualcosa  e i ragazzi hanno capito cosa volevo da loro. Del resto avete visto come Victor Valdes ha subito rimesso in campo il pallone dopo aver subito il gol. Questa è la nostra mentalità". Finalmente NBA! Tutt’altra storia, invece, sul campo da basket: La stagione Nba, che sembrava irrimediabilmente compromessa, ricomincerà a breve. Sembra, infatti, che al termine di una travagliatissima riunione a New York, durata oltre 15 ore, proprietari e giocatori abbiano raggiunto un accordo di massima per dare finalmente il via al campionato e porre fine al lockout, iniziato durante il 149° giorno. «Vogliamo giocare a basket», le parole del commissario David Stern, che poi ha aggiunto: «Abbiamo raggiunto un accordo di massima che è soggetto ad una serie di approvazioni ed alcune operazioni molto complesse, ma siamo ottimisti sul fatto che si supereranno tutte in modo che la stagione possa iniziare il 25 dicembre». La controversia economica tra club e atleti era cominciata lo scorso primo luglio e si fondava su un disaccordo sulla ripartizione dei proventi del basket professionistico, ma oggi sembra, finalmente tornato il sereno, con una divisione 50-50 dei proventi sportivi. La regular season di Nba 2011/2012 inizierà il 25 dicembre e avrà termine il 26 aprile: 66 partite complessive per franchigia con evidente riduzione rispetto alla normale stagione a causa dell’interferenza del lockout che ha sfortunatamente dimezzato l’annata. Il Natale targato NBA vedrà un entusiasmante trittico di match: Knicks e Celtics, Dallas e Miami, e infine Lakers e Bulls (a seguire, nella notte europea, si incontreranno anche Oklahome City Thunder e Orlando Magic, e Golden State contro Clippers). Il giorno di Santo Stefano, invece, entrerà in campo l’Italia: Toronto Raptors di Andrea Bargnani si scontreranno con i Cleveland Cavaliers, Denver Nuggets di Danilo Gallinari contro i campioni in carica Mavericks. Mentre I New Orleans Hornets sono attesi dai Phoenix Suns. Inizio niente male per un sport che si era nascosto nell’ombra e torna a brillare con entusiasmanti colpi di scena.

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