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La storia siamo noi

Redazione

7 dicembre 2011

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Sono il terzo, accosciato, da sinistra. Sopra di me “vigilano” Sacchi e Galliani. Oddio, che fine farò? È la foto scattata lunedì nell’incredibile Sala dei Cinquecento, Palazzo Vecchio, Firenze, una delle maggiori meraviglie che l’uomo possa concepire. L’occasione è l’assegnazione dei premi per l’Hall of Fame. Ci sono Baggio, Platini, Collina, Lippi, appunto i due pelatissimi Sacchi e Galliani, che spogliato dell’ufficialità pare addirittura umano. Tutti sorridono e devo dire che per una volta non sono denti esposti per prammatica. Davvero ci siamo divertiti, davvero è stata una bella giornata, iniziata alla mattina nella sacra Coverciano (e dire che Carraro, ai tempi della Figc, la voleva dismettere). Chissà perché, ma noi guerinetti lo sappiamo, l’ingresso nella storia - l’avventura in un altro tempo - ha il merito immediato di stemperare i toni, di cancellare l’asprezza della cronaca. Noi viviamo con questo spirito ogni cosa, per i colleghi dei quotidiani o per gli altri è una felice scoperta. Persino il puntiglioso Lippi, l’altro giorno mi sembrava più disteso, sereno, disponibile a conversare. Che privilegio lavorare al Guerino. Il nostro approccio è diverso, forse per questo mi sentivo a mio agio a trattare il pantheon del calcio. Non posso raccontare chi, ma tempo fa mi sono imbattuto in un famosissimo giornalista che non sapeva chi fosse stato Ferruccio Novo, che io avevo proposto come dirigente del passato. Credetemi.

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