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Quando Blatter sarà in fuorigioco

Redazione

6 dicembre 2011

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Contro Sepp Blatter di solito viene sfogato il livore che non si può sfogare contro i dirigenti della squadra del proprio paesello, quelli che magari ti fanno negare l'accredito o telefonano al direttore del tuo giornale che già di suo ti paga 5 euro a pezzo. Però non si può negare che se il calcio è un fenomeno mondiale una piccola parte di merito va anche a chi, un po' perché ci crede e molto perché gli conviene, considera una piccola isola del Pacifico importante come Inghilterra, Brasile e Italia. Una visione solo parzialmente simile a quella del predecessore e maestro Joao Havelange, il cui 'mondialismo' sembrava più una concessione che una strategia, e di sicuro antitetica rispetto a quella di Stanley Rous che addirittura vagheggiava la creazione di una FIFA europea con l'aggiunta di Brasile e Argentina, una sorta di SuperFifa che lasciasse i piccoli a scannarsi fra di loro. Blatter è in pubblico un teorizzatore dell'errore arbitrale come motivo di discussione (e quindi indirettamente di successo) del calcio, ma l'ultimo suo lascito prima di andarsene nel 2015 (forse...) sarà quello della tecnologia a decidere il gol-non gol: l'ha anticipato lui stesso al Mundo Deportivo. Un'innovazione che sarà ufficializzata durante la prossima riunione dell'International Board, a marzo, e che sembra studiata apposta per generare consensi un po' demagogici. Come se il problema della credibilità del calcio risiedesse in quei pochi episodi di cui si discute a distanza di anni, dall'Hurst 1966 al Lampard 2010. In realtà Blatter sa benissimo quale sarebbe l'innovazione storica che renderebbe il calcio meno manovrabile politicamente ma anche più universale di quanto lo sia adesso: l'abolizione del fuorigioco, passando per lo stadio intermedio dell'uso della tecnologia per evidenziarlo. Un'innovazione che avrebbe anche più peso di quella sul passaggio al portiere del 1992, criticata dai tromboni ma di cui in realtà oggi non potremmo fare a meno. Gli arbitri sbaglieranno sempre, più o meno in buona fede, sulle situazioni di contatto, ma su quelle di posizione tecnologia e regole potrebbero con facilità renderli inutili. Persone non lontane da Blatter assicurano che ci stia pensando, per un addio (ribadiamo, forse) con il botto. Nutriamo fondate speranze: Quando non sarà più presidente della FIFA, che cosa gli importerà del condizionamento degli arbitri? Twitter @StefanoOlivari

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