L'acerbo Mihajlovic

Pubblicato il 8 novembre 2011, 10:36

Si è chiusa la stagione di Mihajlovic alla Fiorentina. Toccherà a Delio Rossi risollevare la Viola. Il serbo ha guidato per 48 partite: 15 vittorie, 18 pareggi, 15 sconfitte. Un bilancio piuttosto negativo se si è chiamati a condurre la squadra che Prandelli ha portato per quattro volte al quarto posto, al netto dalle penalizzazioni di Calciopoli. Per questo trovo debole la difesa di Sinisa tentata oggi da qualche giornale e dallo stesso allenatore, che domenica sera - al rientro dalla brutta sconfitta di Verona - ha scaricato la responsabilità sui giocatori più importanti. Leggi Montolivo e Gilardino, indicati agli ultras come colpevoli. Poco apprezzabile. Mihajlovic ha molte attenuanti: una società in palese disagio (non si può accettare il pendolarismo Milano-Firenze-Milano di Kharja), una campagna-acquisti volta al ribasso, con l’unico obiettivo di ridurre il monte-ingaggi, un Diego Della Valle attratto dai talk-show politici e sempre più freddo verso il calcio, non ultima la pesante eredità di Prandelli, un maestro che solo oggi verrà apprezzato da qualche dirigente come si doveva fare prima (vero, Diego?). Però ha anche tante colpe, decisamente superiori agli alibi. La Fiorentina non ha mai prodotto gioco, divertimento. Giusto qualche sprazzo: il primo tempo di Napoli, una breve reazione a Torino dopo un primo tempo osceno, alcune giocate individuali di Jovetic o Cerci, quest'ultimo unica nota lieta fino a poche settimane fa e nuovamente piombato nell’anonimato, al punto da preferirgli Romulo. Nessun giocatore è stato valorizzato da Mihajlovic, solo peggioramenti. È vero che la Fiorentina non sarà una squadra da Champions, come pronosticava con eccessivo ottimismo il tecnico serbo, ma non vale nemmeno un undicesimo posto come oggi, ad appena tre punti dalla retrocessione. Pensiero finale: Mihajlovic mi pare un ottimo gestore, un motivatore, uno che in un grande club - chiamato più a governare che ad allenare - potrebbe dare il meglio. Ma resta tatticamente acerbo, incapace sin qui di dare coralità alle sue squadre, e i suggerimenti di Marcolin - francamente - non possono bastare. PS Sia chiaro che tutto questo non solleva giocatori viola e società dalle loro colpe. Come può un club, nel momento più drammatico degli ultimi anni, mandare l'uomo comunicazione in sala-stampa (Gianfranco Teotino) e non parlare attraverso Direttore sportivo, presidente o patròn? Incomprensibile.

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