La grandezza di Zlatan Ibrahimovic non è solo tecnica, anche perché nel calcio quasi tutto è opinabile. C'è addirittura chi ancora oggi sostiene che nel 2010 il Barcellona non abbia vinto la Champions League per colpa sua e che l'attaccante svedese non abbia la mitica 'mentalità internazionale', quindi va davvero bene tutto. La grandezza di Ibrahimovic sta nel fatto di essere un campione senza maglia e senza bandiera, che non ha bisogno di protezioni mediatiche o ambientali. A provarlo è anche la sua autobiografia di prossima uscita, stando alle anticipazioni qualcosa di ben diverso dalla ordinaria spazzatura che infesta i tristi reparti sport (quando esistono) delle librerie. Non nel senso che 'Io sono Zlatan Ibrahimovic' (scritto da David Lagercrantz sotto dettatura di Ibra) sia grande letteratura, ma in quello della sincerità. Diversi gli argomenti interessanti. 1) La posizione di Leo Messi al Barcellona, causa primaria della rottura con Guardiola; 2) La stanchezza per l'ipocrisia e l'ignoranza del mondo del calcio, che gli aveva fatto considerare l'idea del ritiro già nel 2009 (a 28 anni!); 3) L'ammirazione soprattutto umana per Mourinho, emersa per la verità dopo la sua (sua di Ibrahimovic) partenza dall'Inter; 4) La stima tecnica per Capello, capace alla Juve di togliergli gli schematismi mentali della scuola Ajax; 5) Il poco affetto che ha sempre sentito da parte dei compagni, fin dai tempi di Malmoe, che lo ha spinto a chiudersi ancora di più; 6) La divisione dell'Inter in clan, che aveva spiegato a Moratti e che fu una della cause della sua cessione; 7) La messa in discussione del modello Barcellona, una macchina che toglie personalità ai giocatori. Più tanto altro, spiegato con la sincerità di chi non deve niente a nessuno. Grande Ibrahimovic, anche fuori dal campo. Passione per la caccia a parte.
Twitter @StefanoOlivari
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