C'è un complotto internazionale contro l'Italia, che si manifesta non solo attraverso l'aumento dello spread fra i tassi di Bund tedeschi e Btp ma soprattutto con l'esclusione di italiani o stranieri del campionato italiano dai possibili vincitori del Pallone d'Oro adesso unificato (nel senso che è assegnato congiuntamente dalla Fifa e da France Football). Per il 2011 fra i 23 rimasti in lizza ci sono solo, fra chi ha frequentato la serie A, Wesley Sneijder, Diego Forlan e Samuel Eto'o. Un interista totale e due a metà, in contrasto con la tragica classifica dei nerazzurri. E' evidente che per Forlan ha contato la nazionale uruguaiana e non l'Inter, che l'anno solare di Eto'o sul piano individuale è stato pazzesco e che Sneijder comunque ha sfruttato l'onda lunga del 2010 (fra Champions e Mondiale). Insomma, il calcio italiano di adesso è stato ignorato. Sia a livello di calciatori (Di Natale però era almeno nei 50) che di allenatori (nessuno nei 10 nominati). E quindi? Nel 2011 l'Italia di Prandelli ha fatto bene, ma senza mettere in evidenza un uomo da copertina. Nessuno dei club poi si è nemmeno avvicinato alle fasi decisive delle coppe (l'Inter è arrivata ai quarti di Champions, le altre hanno fatto peggio e dell'Europa League nemmeno parliamo), che cosa pretendevamo? La serie A da sola, e qui pensiamo soprattutto a Ibrahimovic che nei 23 come valore avrebbe dovuto starci, non dà poi quella visibilità che per i premi è poi la cosa che conta quando mancano le grandi vittorie internazionali. Non è un brutto campionato, evitiamo il disfattismo, ma nel Congo (il premio è mondiale) interessa meno di una partita di bassa Premier League o dell'eterno Barca-Real.
Twitter @StefanoOlivari