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I sei minuti di Del Piero

Redazione

24 ottobre 2011

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Alessandro Del Piero convitato di pietra nella rappresentazione di Juventus-Genoa 2-2, partita dal copione contorto e dal finale a sorpresa, al di là del punteggio che lo stesso giocatore, spedito in campo da Conte soltanto in occasione del maxirecupero di 6' stabilito dall'arbitro, non ha contribuito a creare e non ha fatto in tempo a cambiare. Troppo poco tempo per provare a impacchettare un gol-regalo con cui festeggiare il quarto compleanno del piccolo Tobias, nato proprio il giorno di uno Juve-Genoa deciso dal papà. Del Piero invocato/convocato dagli oltre 36mila spettatori, soprattutto Del Piero sorvegliato, seguito, intercettato dalla curiosità delle telecamere nei suoi due tempi di inattività e nei suoi pochi minuti di presenza bizzarra, bislacca, sconnessa in quello che è comunque da rubricare come mezzo fallimento della Juventus. E ancora: Del Piero fatto tela e inchiostro in tanti striscioni che dicono della sua mitizzazione, della supremazia della divinità, cioè del calciatore-idolo, sul club, sulla sua stessa chiesa, cioè in questo caso la Juventus. "Mai senza Del Piero", "Del Piero non si tocca", "Andrea, la Juve non si tradisce, si ama", "Caro presidente, Juve = Del Piero" e "Per Del Piero rinnovo fino a 40 anni". La domanda è quanto costi a Del Piero, fatto immensamente ma soprattutto materialmente ricco dalla stessa Juventus, questo non potere o volere o dovere parlare. Questo suo morsicarsi la lingua che altre volte lui srotola con irriverenza in una smorfia che è diventata marchio di fabbrica del gol. (...) I numeri non mentono: 171 minuti di campo collezionati nelle prime sette giornate. Una media di appena 24 minuti a partita. Spizzichi e bocconi di campionato, senza ancora la gioia del primo gol nel nuovo stadio, il suo quarto teatro cittadino. Esclusa la stagione 2009-10 in cui era infortunato, nei precedenti 18 anni di Juve Del Piero non aveva mai giocato così poco. Paradossalmente, i due anni più difficili dell'epopea bianconera di Alex sono quelli delle gestioni di Ferrara e Conte, due ex compagni di squadra molto poco inclini a favoritismi. (...) Adesso la Juventus - che ha perso serenità oltre alla testa della classifica - è impegnata nella costruzione di una via di fuga dal caso-Del Piero, costruzione sicuramente più ardua di quella del nuovo stadio. Articolo di Timothy Ormezzano pubblicato su Repubblica Link alla versione completa dell'articolo

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