Il Franco Baldini bis alla Roma non sarà un governo di transizione, nella società giallorossa paradossalmente sembrano quasi più di passaggio i proprietari dei dirigenti. E il quadro generale si intuisce dai particolari. Come i biglietti omaggio, che saranno la prima grande battaglia della nuova società con gli altri club della A che guardano interessati e speranzosi che DiBenedetto e Baldini traccino il solco. Cosa ha detto di così eversivo il nuovo direttore generale della Roma? ''Un primo grande problema sono i biglietti. È difficile spiegare alla proprietà americana la chimera del biglietto omaggio che da loro non esiste». In America i posti migliori sono venduti a prezzi più cari, lo status symbol non è essere in tribuna ma comprarsi il biglietto per stare nel posto migliore, qui è il contrario. In Inghilterra mi ero scordato di questo modo di pensare, perchè lì i più facoltosi comprano i posti migliori, qui invece ti chiedono i biglietti per lo zio.... Non parliamo di rivoluzione, sono cose impercettibili ma possono indicare un percorso diverso dal solito. Se sei qualcuno comprati il biglietto così i ricavi saranno più consistenti. Mi farò tanti nuovi amici...''. Inutile dire che a Roma, vista la presenza in quantità industriale di politici e maneggioni legati alla politica, gli scrocconi da tribuna d'onore e posti vicini si contano a migliaia. Complice anche il fatto che l'Olimpico è di proprietà del CONI, altro ambiente infestato da persone (con familiari e amci) che mai hanno pagato un biglietto in vita loro... Baldini, il dirigente calcistico meno amato dai moggiani (già questo sarebbe un motivo per sostenerlo), ha parlato giustamente di status symbol: in Italia chi non è furbo fa subito la figura dello sfigato, ma il suo non è un discorso solo di principio o un idealismo velleitario. Quantificando, i posti migliori negli stadi italiani dove giocano i grandi club potrebbero essere venduti (e in certi casi lo sono) a un minimo di 250 euro, il che significa che il giochino dei biglietti omaggio in zone vip costa, in certe partite, anche mezzo milione di euro di mancato incasso. Solo perchè non si ritiene possibile debellare la piaga dello scrocconismo di alto bordo (non parliamo quindi degli amici dei controllori dei biglietti, piaga di tutti gli stadi anche nell'era dei tornelli e dei biglietti elettronici, di solito riguardante posti meno prestigiosi anche se pur sempre in teoria a pagamento). Nonostante la proprietà, non è nemmeno necessario fare paragoni pomposi con l'America di NFL, NBA (un posto a bordocampo dei Lakers costa anche 1.000 dollari, nelle suite più prestigiose 5.000), eccetera. Per Roma-Milan del prossimo 29 ottobre i biglietti di tribuna d'onore si possono anche comprare: costano esattamente 300 euro. Una cifra pesante per noi ma non per il medio frequentatore della tribuna d'onore. Che però continuerà a considerare un disonore l'acquisto. Dirgli di no sarà una battaglia non solo finanziaria per il bene della Roma, ma anche di civiltà. Perché il non detto di questo meccanismo è che le società non sono solo povere vittime, ma anche cercatrici di favori presso alcuni dei beneficiati.
Stefano Olivari