Il puntatore laser per disturbare i giocatori avversari non è un'esclusiva napoletana e nemmeno italiana, ma questo non toglie che il raggio negli occhi di Mario Gomez mentre stava tirando il rigore verso la porta di De Sanctis sia stata una porcheria. Colpa di un demente, certo, ma anche di chi gli stava intorno e non ha fatto niente: la famosa 'zona grigia' di cui si parla anche in ambiti extra-calcistici. Molto onestamente Gomez ha incolpato dell'errore soprattutto sé stesso: ''Il laser c'era, ma non è stato la causa dell'errore. Non devo cercare scuse, mi dispiace per la squadra''. Meno bene l'hanno presa i dirigenti bavaresi, mentre il fatto praticamente non è esistito per i media italiani. Quando proprio non si sa cosa scrivere, pur di non criticare si tira fuori la penosa storiella del 'grande cuore'. Dire che Bayern ha umiliato, come gioco, una delle migliori squadre italiane, non si può, mentre il sacro risultato ha fatto sì che la crisi dell'Inter sia già un ricordo (e pazienza se l'onesto Lille ha fatto 17 tiri verso la porta avversaria, contro 5). E meno che mai scrivere che chi usa i puntatori laser e la maggioranza silenziosa di chi gli sta intorno è idiota e anti-sportiva. Del resto anche in una puntata di Sfide, sempre citato come esempio per la diffusione della cultura sportiva, si è sentito parlare quasi con ammirazione del famoso episodio della mini-buca scavata dal torinista Maspero in occasione di un derby con la Juve, con Marcelo Salas che tirò altissimo il rigore. Che simpatia, che furbizia, che Italia. Dal limone di Benito Lorenzi al puntatore ignoto, sei decenni passati invano.
Stefano Olivari