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La Ferrari che insegue

Redazione

17.10.2011 ( Aggiornata il 17.10.2011 17:59 )

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L' interrogativo dominante è: perché dopo la lunga corsa all'inseguimento della trasgressiva Rbr, la McLaren è riuscita ad avere la meglio sulla Ferrari? La risposta più sbrigativa è che, per ascoltare il "Reuccio", si è sbagliato uomo: non si doveva strappare da Woking, quartier generale della McLaren, Pat Fry, che non ha dato slanci, ma Paddy Lowe, se non Neil Oatley. Il nuovo direttore tecnico è un grande stratega? Peccato che nessuno se ne sia accorto. Anche in questa battaglia lui stesso ha ammesso che «… se avessimo anticipato di un giro la sosta di entrambi i piloti, avremmo avuto uno scenario diverso…». Eppure, la decisione l'ha presa lui. Idem per i Massalonsi: continuano a parlare di qualifiche troppo lente, come se al volante ci fosse qualcun altro. In realtà, a Maranello, anche quest'anno, dopo la doccia fredda delle soffiature illecite, c'è stata lentezza da parte del responsabile dell'aerodinamica, come nel 2009 ("double decker") e nel 2010 ("F-duct"). Per non dire delle gomme turche, quando al Gp di Turchia è uscita la famosa frase: «Visto che non abbiamo favorito la Ferrari?» e nessuno voleva un ritorno al sorteggio. Dal successivo Gp di Spagna la situazione è stata perfettamente fotografata, con l'identico distacco dalla Rbr (1,21%) per Hamilton e per Alonso. Ancora in Spagna, con la vergogna dei quattro "pit-stop", è stato chiesto al signor Alonso come mai è stato l'unico a compiere il quarto "stint" al 15%, causa del suo doppiaggio. La risposta è stata la testa dell'ingegner Costa, anche se la risalita, fino a Silverstone, è avvenuta con gli interventi da lui già predisposti. Articolo di Benny Casadei Lucchi pubblicato sul Giornale

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