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Sky, quasi solo calcio

Redazione

17 ottobre 2011

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Si è ultimata una rincorsa durata 8 anni. Una decina di giorni fa, Sky ha superato il muro dei 5 milioni di abbonati. Un traguardo importante sul piano simbolico, ma non così significativo sul piano sostanziale. Un dato su tutti: nata il 21 luglio 2003 dalla celeberrima fusione tra Stream e Tele+, Sky aveva impiegato 3 anni per raggiungere i 4 milioni di abbonati (obiettivo raggiunto nel dicembre 2006), poi ce ne sono voluti altri cinque per raggiungere l’ulteriore obiettivo. Cinque anni altalenanti, in cui c’è stato un periodo in cui la crescita si era arrestata. (...) Ma quali sono le prossime mosse della pay-tv satellitare italiana? In ambito sportivo, il grande obiettivo si chiama Londra 2012. Per i Giochi Olimpici, Sky farà le cose in grande. Già oggi è iniziato il processo di avvicinamento, con una trasmissione dedicata ogni giovedì sera. Per le due settimane di gare, Sky dedicherà 12 canali all’evento e un totale di 1.600 ore di trasmissione tra dirette e differite. Un impegno mastodontico, sublimato da una spedizione di 200 persone direttamente sul posto. Numeri impressionanti, che cozzano con i tagli patiti dagli sport diversi dal calcio. Per quanto riguarda il tennis – e in questa rubrica ne abbiamo parlato spesso – il 2011 è stato l’anno dei minimi storici. Persi i tornei “500”, sono andati in onda i soli Masters 1000 (mancano ancora Bercy e le ATP World Tour Finals) e Wimbledon è stato commentato dagli studi di Milano (eccezion fatta la presenza di due inviati sul posto per servizi e interviste). Negli spot in onda su in questi giorni, in cui vengono segnalati i grandi eventi dei prossimi anni, per il tennis viene menzionato solo Wimbledon, la cui trasmissione è garantita fino al 2013. Come detto più volte, il motore principale per gli abbonamenti è il calcio. Dal 2003 a oggi, Sky ha effettuato investimenti per 12 miliardi di euro. Un buona percentuale di questi sono dovuti al calcio (basti pensare che per la sola Serie A tra il 2012 e il 2015 verranno spesi 1,6 miliardi abbondanti). Non stupiscono, dunque, i tagli alle altre discipline. Il detto “mal comune mezzo gaudio” non vale, perché il costo degli abbonamenti non diminuisce, ma va detto che il tennis non è l’unica disciplina a rimetterci. Gli ultimi sport ad aver subito una riduzione su Sky Sport sono la pallavolo e la pallacanestro. Il basket, in particolare, ha perso parecchio. Dopo aver perso l’Eurolega, Sky ha lasciato anche i diritti della Serie A, passati a La7 (per l’anticipo del sabato) e alla RAI (per il posticipo della domenica sera). Considerando il “lock out” che sta tardando l’avvio della stagione NBA, gli abbonati appassionati di basket non se la passano tanto bene. Non deve essere facile passare dai “Basket Day” delle ultime due stagioni al nulla di questo periodo. Il solito discorso vale anche per la pallavolo. Va detto che gli ascolti stanno dando ragione alle nuove manovre: la prima giornata del campionato di basket su Rai Sport 1 ha raccolto 286.000 spettatori (oltre l’1% di share), contro i 35.000 che aveva su Sky. Ed anche per il volley la proporzione è più o meno quella. A Sky hanno puntato forte sul rugby, ma ci sono voci di corridoio secondo cui la RAI sarebbe interessata a riprendersi i diritti del 6 Nazioni (li aveva nei primissimi anni in cui era presente l’Italia). Insomma, sul piano prettamente culturale-sportivo, le scelte di Sky sono discutibili. Ma diventano inattaccabili su quello manageriale. Anche perché nel 2011 l’utile operativo ha toccato i 175 milioni di euro. (...) Fonte, articolo di Riccardo Bisti pubblicato su Ubitennis.com, link all'articolo completo

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