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Redazione

14.10.2011 ( Aggiornata il 14.10.2011 16:44 )

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Fra i proprietari NBA e i loro giocatori chi sta bluffando di più? Ogni ultimatum a ben vedere assomiglia a un 'penultimatum'. L'ultimo è quello del commissioner David Stern, che ha spiegato che in mancanza di un accordo entro martedì salterà di sicuro tutto il calendario fino a Natale. Con probabilità di cancellazione della stagione che salirà in maniera esponenziale. Nei giorni scorsi alcuni giocatori di primo piano (abbiamo ascoltato Amar'e Stoudamire) hanno ipotizzato la creazione di una lega concorrente della NBA, ma in un periodo come questo è difficile che esista un mercato ricettivo visto che uno dei problemi della NBA è proprio l'esagerato numero di squadre (trenta: altro che espansione in Europa...) e che il passaggio da attore a produttore non è solo questione di soldi. Inutile riportare fonti di quindicesima mano, in attesa dell'inevitabile compromesso si possono però dire alcune cose anche da migliaia di chilometri di distanza. La prima: il fronte delle superstelle, quelle del livello LeBron-Kobe, è abbastanza compatto ma sa benissimo che in un'ottica di marketing la propria luce ha bisogno del palcoscenico NBA. Nessuno di questo livello ha pensato seriamente di giocare in un campionato europeo, con buona pace di Sabatini (ma non di Obama). La seconda: se parliamo solo di basket, l'Europa è una destinazione credibile solo per giocatori NBA con una certa forma mentale e tecnica. A questo proposito segnaliamo l'interessante analisi proposta da Roberto Gotta. Le prime uscite di Deron Williams e Lawson (un fenomeno e uno forte, quindi, non gente di scarto) hanno dimostrato che l'impatto con un basket diverso può dare qualche picconata all'immagine di molti. E non solo perché il quarto tempo viene sanzionato... Terzo: il fatto che Stern abbia parlato del Natale significa molto, perché è a Natale che in termini di impatto mediatico inizia davvero la NBA: la MLB è finita da tempo, la NFL sta terminando la stagione regolare, la NHL è un vero concorrente solo nelle singole piazze e anche la MLS, dignitosissima nonostante la spocchia europea con cui viene raccontata, è ferma ai box. Non è un caso che sotto Natale, o proprio il giorno stesso, vengano programmate le grandi rivincite personali (i Kobe contro Shaq, per dirne una) o aziendali (quest'anno ad esempio Mavericks-Heat). Insomma, al di là del fatto che ognuno faccia i propri interessi (come è giusto), è improbabile che questa stagione NBA venga cancellata. Previsione, fatta prima degli eventi come tutte le previsioni: magari salterà ancora qualche settimana, ma a Natale in un modo o nell'altro si partirà. Twitter @StefanoOlivari

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