Lo scomparso Gianni Nardi era uno dei presidenti del calcio di una volta, medio-grandi industriali che si erano fatti da soli e che trattavano il pallone solo come una passione senza alcuna illusione di guadagnarci. La differenza di Nardi è che lui del Milan era vicepresidente (dal 1984), nonché uomo-chiave del passaggio dall'era Farina a quella Berlusconi. Rimettendoci tantissimi soldi personali (almeno 7 miliardi di lire di metà anni Ottanta) e ottenendo in cambio una vicepresidenza perenne che lo ha reso l'unico dirigente non berlusconiano dell'era Berlusconi. Poi su quel cambio, avvenuto di fatto in tribunale sull'orlo di uno strano fallimento (a Farina sarebbe bastato vendere Franco Baresi per salvare la sua presidenza) e su una spinta mediatica in larga parte non genuina, si potrebbe scrivere un libro. Ciò non toglie che Nardi fosse una persona e un imprenditore di grande spessore, degno di un'Italia che ancora produceva qualcosa (nel suo caso elettrodomestici). Un'Italia dove ci si arricchiva e si falliva a seconda delle proprie capacità, senza scaricare le perdite sul parco buoi. Altro che il terziario avanzato di oggi.
2. Ma guarda che sorpresa. E' bastata mezza giornata con la nazionale svedese e Zlatan Ibrahimovic ha svelato di non avere più tanta voglia di calcio. Siccome dei suoi mal di pancia abbiamo scritto già qualche settimana fa e anche nell'articolo di ieri, al solito sbeffeggiato, senza essere dei veggenti e nemmeno tanto capaci come giornalisti (come con toni cortesi ed educati alcuni lettori fanno notare: che dire? Siamo giovani, miglioreremo), significa che la cosa è risaputa in tutto il mondo Milan. La sintesi è sempre la stessa: quello che rimane uno dei più grandi al mondo, anche quando non ha voglia (ma chi gli è vicino garantisce invece che ne ha ancora molta), sa di essere alla viglia dell'ultimo mega-contratto della sua vita. Troppo orgoglioso per rastrellare qualcosa in Medio Oriente come un Cannavaro qualunque, questo ultimo grande contratto deve essere europeo. Premier League o magari, perché no, lo stesso Milan. Con il quale può essere utile ricordare che avrebbe ancora quasi tre anni di impegno.
3. Il calcioscommesse dei poveri ha ballato una sola estate, tanto è vero che poche righe sono state dedicate all'uscita delle motivazioni della Corte di Giustizia Federale riguardo alle penalizzazioni per l'Atalanta (6 punti) e alla squalifica (tre anni e mezzo) per Cristiano Doni. Niente di nuovo, ma vista la durezza delle considerazioni su Atalanta-Piacenza e sui collegamenti del capitano nerazzurro sarà difficile che il successivo grado di giudizio (il Tnas) ribalti la situazione. Certo è che le marce del genere 'Giù le mani dall'Atalanta' sarebbero state degne di migliori cause.
4. L'ottimo Livio Balestri in un altro articolo parla diffusamente degli effetti della recente sentenza della Corte Europea sul mercato televisivo, noi ci limitiamo a quello calcistico. La libertà di decoder e di scheda, definiamola così, sarà una mazzata soprattutto per chi dai diritti esteri guadagna molto. Quindi la Premier League. Ma anche gli altri principali campionati subiranno danni, compreso il nostro: l'esistenza di un pubblico a cui della telecronaca in italiano importa zero farà sì che i diritti per l'Italia valgano di meno, portando quindi meno soldi nella casse delle società. Ormai i grandi club si sono abituati a trarre dallo stadio e dal pubblico vero dal 15 al 20% del fatturato, fra poco si renderanno conto che il disastro non è stato solo culturale ma anche finanziario.
5. Un'ipotetica Israele-Palestina giocata a Gerusalemme farebbe meno paura del Serbia-Italia di venerdì a Belgrado. Un allarmismo, soprattutto da parte dei serbi sotto osservazione dell'Uefa, che è sfociato nel grottesco di proibire la presenza di italiani che abbiano acquistato online i biglietti o che se li siano procurati tramite amici belgradesi. La paura della polizia di Belgrado è che qualcuno di questi biglietti online sia finito in mano ai simpatici Ultras Italia, dei quali nessuno sentiva la mancanza (meglio le curve vuote, piuttosto, ma pensaiamo la stessa cosa anche per i club). Un'eccezione verrà fatta per chi, poco più di un centinaio di persone, ha acquistato il pacchetto messo in vendita dalla Figc. Una pagina tristissima nella storia del calcio, con la solita logica: evirazione di massa, così la statistica dirà che gli stupri sono in diminuzione.
Stefano Olivari