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Agnelli, Moratti e il primo pentito

Redazione

12 settembre 2011

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Andrea Agnelli può essere salvato solo da uno scudetto. Uno scudetto non del passato, perché quello del 2005-2006 non lo potrebbe riavere in alcun caso: semmai, se l'iniziativa della Juventus presso il Tnas avesse un improbabile successo e facesse quindi giurisprudenza, rischierebbe di perdere buona parte di quelli bianconeri dell'era della Triade. Peccato che la Juventus abbia vinto all'esordio in campionato e quindi gli abbia tolto un po' di rabbia nella ricerca di nuovi gradi di giudizio, i giornali di sicuro perderanno copie: non è che possano campare solo con le pur belle storie di Tesser e Mangia, le buone notizie importano a nessuno. Oltre i confini del ridicolo la richiesta di esclusione dell'Inter dalla Champions League: pietosamente la Uefa la lascerà cadere nel vuoto, non avendo ancora dimenticato che il Milan appena condannato per Calciopoli vinse la Champions League 2006-2007. Più seria, almeno secondo noi che non contiamo, la vicenda dei 29 scudetti: rivendicati non al bar o attraverso i vari house organ, ma in via ufficiale e davanti al presidente della Figc. Che poi in ultima analisi sarebbe quello che come istituzione i 2 scudetti in ballo, al di là delle questioni di merito (mettiamo che abbia ragione Agnelli) li ha tolti. E' quindi penoso, Abete, quando parla di 'disagio' (parole forti...), di 'sappiamo quali sono gli scudetti vinti dalla Juventus' (no, vorremmo sentirlo da lui: quanti sono?) e di 'giustizia che non è area di competenza della Figc' (non è vero). Concludendo? La parola fine a Calciopoli non sarà messa mai, finché Luciano Moggi invece che lanciare messaggi non racconterà chi ha voluto il suo allontanamento dalla Juventus. Il resto è bar, compreso quello che scriviamo noi. Magari domani mattina Moratti tirerà fuori qualcosa sul '98 o sul 2002, magari invitando a non comprare più Fiat (non che ce ne sia bisogno, visti gli ultimi dati di vendita), ma il prodotto non cambierà: sempre bar. Iniziano ad esserci i primi pentiti anche nella ndrangheta, cioé la più impenetrabile delle associazioni criminali, ma per il calcio i tempi non sono evidentemente ancora maturi. Questa storia è piena di figure minori, minori almeno rispetto ad Agnelli e Moratti, che potrebbero ancora dare alla vicenda una prospettiva diversa. Stefano Olivari

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