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Il basso livello del calcio italiano

Redazione

25 agosto 2011

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Qual è lo stato attuale del nostro calcio? Che livello abbiamo raggiunto? Lo dico chiaramente, a scanso di equivoci: sono piuttosto pessimista sulla prossima stagione ormai alle porte. Non tanto nei confronti di una squadra o dell'altra ma dell'intero movimento del nostro calcio. La recente batosta subita dal Napoli in un'amichevole, seppur di lusso come il trofeo Gamper, ha evidenziato un gap francamente imbarazzante tra la squadra azzurra e il Barcellona. E se da una parte vi erano i campioni d'Europa in carica, giustamente indicati come la miglior squadra del mondo, dall'altra vi era comunque una nostra rappresentante della massima competizione europea, non una squadra appena retrocessa in seconda divisione. L'interrogativo sul reale valore del nostro sistema calcio diventa ancora più pressante se si va ad analizzare il trend del mercato. Per carità, mancano ancora una manciata di preziosissimi giorni, ma i giochi sembrano fatti e le ultime strategie ben delineate, all'insegna delle reali necessità, più che di fuochi d'artificio (anche se, diciamolo chiaramente, l'Inter avrebbe più che mai bisogno di un "botto" finale, dopo aver ceduto il suo prezzo pregiato, uno dei migliori bomber al mondo). Più in generale, da quando seguo il calcio con un po' di sano senso critico (suppergiù da 20 anni) non mi era mai successo di assistere a un impoverimento radicale della nostra serie A. Anche arrivassero Tevez o Forlan all'Inter, sarebbero al livello di Eto'o? Penso di non sbagliarmi, rispondendo in modo negativo. Il che, terra terra, significa che la squadra nerazzurra si è indebolita. Il Milan, che resta la squadra più accreditata per il titolo, può contare ancora su manager capaci ed esperti di mercato, ma se in Italia i rossoneri potrebbero replicare lo scudetto, in ambito europeo basta un eventuale Aquilani o un Taiwo per competere con United, Real o il solito Barcellona? La Juve ha sì acquistato Vidal, uno dei pochi talenti di risaputo valore internazionale in circolazione, ma per il resto si sta muovendo molto a fatica, avendo acquistato in pratica due campioni come Pirlo e Vucinic, ma pur sempre appena epurati dalle loro società d'origine. Gli altri nomi "caldi" sul mercato li ha acquistati la Roma: Bojan e Lamela appaiono come talenti cristallini ma andranno già a rinforzare la squadra giallorossa, in piena fase di rinnovamento? Non ne sono così sicuro, mi sembra piuttosto un anno zero quello della società capitolina. Il Napoli, a detta di tutti, compreso il sottoscritto, era la squadra che più aveva convinto in fase di potenziamento dell'organico ma il livello è comunque da quarto o quinto posto, sarà difficile ricentrare il bersaglio Champions con 3 soli posti a disposizione. E se l'amichevole col Barca ha destato preoccupazioni, mettendo in faccia ai tifosi la dura realtà dei fatti - cioò che in ambito internazionale si parte dall'ultimissima fascia - c'è da dire che pure le altre italiane faticheranno e non poco (senza contare la figuraccia del Palermo, già uscito in Europa League con una squadra assai modesta come il Thun e in crisi di identità... dopo Pastore, via pure due pilastri come Bovo e Cassani). Insomma, la vittoria della nazionale azzurra contro i campioni del Mondo della Spagna, giustamente sottolineata da più parti, potrebbe alla lunga risultare uno specchietto per le allodole, buono più che altro per mascherare le evidente falle del calcio italiano. D'altronde ormai siamo più un paese di esportazione, lo testimoniano le cessioni fuori dai confini nostrani di Pastore, Sanchez, Sirigu, Criscito.. ai quali forse se ne aggiungeranno altri come Montolivo o Bonucci. E si parla di giovani in ascesa, non di calciatori da pensionare. Gianni Gardon Dal Blog PELLEeCALAMAIO http://giannivillegas.splinder.com/

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