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"I bulli di Broad Street": i Flyers

Redazione

29 luglio 2011

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Un'altra storia philadelphiana è quella dei Flyers di hockey, arrivati nella NHL nel 1967 come expansion team, e capaci quasi da subito di rendersi noti al grande pubblico come la più classica e vera espressione della rude città di Philadelphia, ovvero come i famigerati "Broad Street Bullies", tradotto alla meglio "i bulli di Broad Street (la strada principale di Philadelphia)". E' facile quindi intuire quale fosse la attitudine dei giocatori in arancione sul ghiaccio, prepotente, intimidatoria, violenta e provocatoria, tutte caratteristiche già presenti nel DNA del gioco dell'hockey, ma estremizzate e portate all'eccesso dalla banda di Capitan Bobby Clarke, una delle icone storiche degli arancio. Questa attitudine però, ovviamente sapientemente miscelata con la tecnica e la carica di Coach Fred Shero, portò i Flyers alla vittoria di due Stanley Cup consecutive nel 1974 e nel 1975, portando i Broad Street Bullies a "bulleggiare" in Broad Street per la consueta parade cittadina per festeggiare la vittoria. Quelle due Stanley Cup però rimasero anche le uniche e le ultime, per i Flyers, vivendo da allora alcuni anni bui nella prima metà degli anni novanta, ma rimanendo comunque sempre uno dei top team della Atlantic Division, riuscendo addirittura altre sei volte ad arrivare alla Finale di Stanley Cup, venendo sconfitta ogni volta, nel 1976 dai Montreal Canadiens, nel 1980 dai New York Islanders, nel 1985 e nell'87 dagli Edmonton Oilers, nel 1997 dai Detroit Red Wings e nel 2010 dai Chicago Blackhawks pur avendo, in quest'ultima stagione, compiuto l'impresa di rimontare i Boston Bruins da 0-3 nelle Eastern Semifinals, andando a vincere la Serie 4-3, entrando comunque nella storia. Daniele Vecchi

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