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Stiamo Allegri, abbiamo gli allenatori

Redazione

27 luglio 2011

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Sabato a pranzo ho conversato nel salotto del caminetto di Milanello con Massimiliano Allegri. È stata una chiacchierata piacevole, distesa, di cui leggerete il resoconto nel numero del 10 agosto. Non anticipo nulla dell’intervista del mese per non togliere spazio alla sorpresa - si è parlato di Cassano e Ibra, di Montolivo e dei rivali per lo scudetto - ma ho trovato di fronte una persona preparata, e soprattutto educata. Allegri è uno dei giovani allenatori del nostro calcio. E direi che rappresenta al meglio la nuova generazione uscita da Coverciano. So che c’entra poco con il mercato di questi giorni, tra i colpi sospirati di Pepito Rossi, Tevez o Schweinsteiger, ma se c’è una categoria che mi dà un minimo di fiducia per il domani del nostro calcio è proprio quella degli allenatori. Non è un caso che in questi anni ne abbiamo esportati in quantità ben superiore a calciatori (pochi) o dirigenti (nessuno, guarda che strano). Ranieri, Scala, Trapattoni, Capello, Mancini, Zola, Ancelotti, Gudiolin, Reja, Spalletti, persino Mandorlini e qualche altro che ora mi sfugge. Nessuno fa beneficenza, se li hanno assunti nei principali campionati del mondo è perché danno un contributo importante alle squadre. Professionalità, rigore nel lavoro, nella gestione, nell’alimentazione, ma soprattutto studio. I nostri tecnici si impegnano, si migliorano, crescono anche nella disinvoltura davanti alle telecamere, lo posso testimoniare avendoli visti all’opera nel master di Coverciano e in mille altre occasioni. Solo la Federcalcio italiana riesce a trascurare la migliore università del calcio del mondo. Un patrimonio che ha appunto prodotto l’unica avanguardia di un movimento per il resto decaduto a quarto campionato d’Europa, con Francia e Portogallo che si profilano alle nostre spalle nel ranking Uefa. Guardo Allegri e penso che ce la faremo, non senza fatica. E la stessa cosa mi succede volgendo l’occhio a Montella, Giampaolo, Bisoli, Conte, Di Francesco, Colantuono e a tutti gli altri. Persino guardando a Sannino, che a 54 anni debutta in Serie A, indice di una fame da guardare con ammirazione. Domanda: chi vi piace di più tra i tecnici italiani?

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