Però quella componente, spesso irrazionale guidata dal tifo più passionale, come vive la nuova stagione che si sta avviando e che vedrà
Chiunque si sarebbe esaltato per il campionato appena vissuto, una cavalcata a dir poco trionfale, una marcia inarrestabile che, a un certo punto, ad alcuni sembrava sfociare addirittura in qualcosa di più dell'onorevole quarto posto. Prestazioni sontuose, gioco d'attacco spumeggiante, tecnica di base seconda solo al
Milan di
Allegri, giocatori fuoriusciti dal guscio in modo prepotente.
Ma ora? Da mesi non si parla che dello svuotamento (presunto?) della rosa della squadra, quasi fosse un supermarket (o,meglio una boutique d'alta qualità, visti i prezzi richiesti dalla Presidenza).
Ogni giorno voci di mercato incontrollate, alcune artefatte, altre corrispondenti al vero (e d'altronde basti pensare a tutti i campioni esplosi qui e volati verso altri lidi: da
Pizarro,
Dossena,
D'Agostino,
Quagliarella per non parlare in tempi meno recenti dei casi di
Bierhoff,
Helveg,
Amoroso,
Fiore) rischiano di minare seriamente il clima della squadra.
O forse no, visto che puntualmente poi la squadra si rialza e scopre di avere tra le mani i nuovi
Inler,
Zapata, addirittura i nuovi
Sanchez (chi lo sa?).
D'altronde l'anno scorso, quasi dal nulla, sono sbucati
Armero e
Benatia, l'anno prima
Asamoah, con un passato nelle giovanili del Torino, atleti che da carneadi ora infiammano le cronache di mercato.
Ma un tifoso credo che difficilmente si accontenti di una stagione monstre e affrontare la Champions senza i giocatori migliori (eccezion fatta per capitan
Di Natale, rimasto a
Udine con un vero atto d'amore) rischia di diventare un grosso boomerang (vogliamo ricordare i casi recenti di
Lazio,
Chievo o, peggio,
Sampdoria?).
Probabile che i nuovi
Doubai,
Danilo (non quello cortegiatissimo da
Milan e
Juventus) e il talentino ex
Empoli Fabbrini (il migliore '90 italiano, disse
Casiraghi) siano già pronti per gli scenari europei ma permangono dubbi che la prossima rischi di diventare per i friulani una stagione di transizione, anche se è doveroso concedere massima fiducia alla società e al tecnico che così tanto hanno contribuito a questo "miracolo" sportivo. Miracolo di continuità, più che di prestazioni
Gianni Gardon
Dal blog PELLEeCALAMAIO
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