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Lo scudetto sognato da Abete

Redazione

19 luglio 2011

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In attesa di capire chi davvero ha sparato a JFK a Dallas, continuiamo a parlare di un passato che sarà per sempre il nostro presente. Perché Calciopoli, a prescindere dai gradi di giudizio che saltano fuori a seconda dei giorni (fino a quando rimarrà solo il Gran Mogol delle Giovani Marmotte), ha cambiato per sempre il nostro modo di vedere il calcio. Guerra di posizione fra potentati, con eserciti politici e mediatici schierati, invece che gioco più o meno taroccato. Perchè il paradosso è questo: l'eventuale arbitro (o sistema arbitrale) corrotto farebbe comunque in senso ampio parte del mitico 'campo' più di questa disputa fra giuristi della domenica. Quel campo di cui non ci interessa più nulla, se non come pretesto per qualche bufala di mercato. Come previsto un Consiglio Federale dove non mancavano i condannati dalla giustizia sportiva (Ulivieri, per dirne uno) non ha deciso sullo scudetto 2005-06, anche perchè non aveva titolo per farlo. La segreta speranza di Abete è che la Juventus rimanga nei binari della giustizia sportiva: quindi Alta corte di giustizia del CONI ed eventualmente Uefa e Tas di Losanna. La realtà è che Agnelli può far saltare il banco dei calcio italiano aprendo il capitolo del risarcimento danni: mossa che potrebbe essere anche un boomerang, viste le sentenze della giustizia ordinaria sul quadriennio 1994-98 (anche lì prescrizione) che potrebbero essere usate da Moratti come spada e considerando l'enorme numero di terze squadre coinvolte nelle varie vicende. Sembrerà strano ai più, ma non esistono solo Inter e Juventus. Per questo Abete ha avuto secondo noi abbastanza coraggio nella sua relazione a prendere le distanze dal suo ex capo Carraro e dall'accordo delle sette sorelle (oltre alle tre solite c'erano Roma, Fiorentina, Lazio e Parma) che nel '99 portò alla maledetta era del doppio designatore e di fatto alla riduzione (politica, perché in senso sportivo è sempre stato così) del calcio italiano a un affare per pochi intimi. Che messi insieme avevano e hanno quasi il 90% dei tifo, concetto che viene più volte evocato dai Capezzone della situazione quando ricordano i 'milioni di tifosi' (è evidente che uno scudetto revocato al Chievo interesserebbe di meno). Un coraggio supportato da una velata minaccia, quando ha parlato delle 140mila intercettazioni integrali in possesso della Figc: un mare immenso esplorato per nemmeno il 10%, dove esiste almeno una frase ambigua praticamente di tutti. Come dire: piantatela, perchè sul piano 'etico' possiamo aggravare la posizione di chiunque ponga in discussione l'esistenza della Figc. Per questo Calciopoli rimarrà sempre fra noi, latente ma non troppo. E dal punto di vista mediatico finirà solo quando la Juventus riprenderà a vincere. Se la memoria non ci inganna, due anni dopo il 2006 i bianconeri erano in Champions League e poi sulla base di una mezza promessa (fonte: Ciro Ferrara) di Lippi ha rovinato tutto. Abete è il primo tifoso della rinascita bianconera, magari con un scudetto fresco, se potesse i soldi da dare al Villarreal per Giuseppe Rossi li toglierebbe dal bilancio federale. Stefano Olivari

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