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Lucianone coscialunga

Redazione

15.07.2011 ( Aggiornata il 15.07.2011 13:04 )

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Luciano Moggi nel bene e nel male rappresenta da sempre l’immagine dal calcio italiano. Con i suoi pochissimi pregi e con i suoi enormi difetti. Se processo degenerativo c’è stato, ha riguardato tutto e tutti, a prescindere dalle responsabilità individuali che la giustizia ordinaria e sportiva provvederanno ad individuare e a punire. Se sia Moggi ad attirare gli scandali o gli scandali ad attirare Moggi, è questione controversa e irrisolta: sta di fatto che dove c'è lui ci sono loro. Nel 1998 esce un libro interamente dedicato alla sua storia dal titolo “Lucky Luciano. Intrighi, maneggi e scandali del padrone del calcio italiano”, scritto da Marco Travaglio e altri tre giornalisti sportivi che hanno preferito l’anonimato. Ma chi è Luciano Moggi? C’è tantissimo da dire perché fa parte di un pezzo di storia del nostro calcio: infatti, la sua storia calcistica, nasce negli anni ’70, quando era osservatore della Juventus. Già da quegli anni, Big Luciano, ebbe i suoi primi problemi: il presidente della Roma Dino Viola, venne a conoscenza che Moggi incontrò l’arbitro Pieri, il giorno prima della partita dei bianconeri contro l’Ascoli. Agli inizi degli anni ’80 gli piovono addosso accuse, mentre altri tentano di imitarlo. Lavora per la Lazio, per il Torino e per il Napoli, dove grazie ad un ambiente caldo e talvolta persino rovente diventa un personaggio pubblico di spicco, è spesso intervistato, preso come esempio, sempre oggetto di critiche, ma riesce a fare grandi cose. Il Napoli vince molto, e Luciano Moggi è sempre più nell’occhio del ciclone, e lo si accusa di usare metodi poco ortodossi. Torna a Torino e  viene indagato per frode fiscale, illecito sportivo e favoreggiamento alla prostituzione. L’accusa era di procurare  squillo agli arbitri prima delle partite di Coppa Uefa. Proprio dal libro “Lucky Luciano” si evince il coinvolgimento di “Lucianone” nello scandalo delle prostitute: “Fra le tante voci coperte ci sono anche le cosiddette «pubbliche relazioni-accompagnatrici». Decine di milioni spesi lo si scoprirà poi per accogliere e omaggiare degnamente le terne arbitrali internazionali delle partite di Coppa Uefa disputate dal Torino: gioielli, orologi, abiti firmati, e soprattutto prostitute, regalate dal Toro moggiano alle giacchette nere”. E ancora: “Le partite del Toro caratterizzate dalla intima accoglienza arbitrale sarebbero state almeno tre, tutte nella prima fase della Coppa Uefa 1991-92. E precisamente: Torino-Reykjavik del 2 ottobre 1991,finita 6-1 e diretta dall’arbitro jugoslavo Colic con i guardalinee Ciee e Klepic; Torino-Boavista del24 ottobre 1991, finita 2-0 e affidata all’inglese Hackett, coadiuvato dai signori Watson e Rennie;Torino-Aek di Atene dell’11 dicembre 1991, finita 1-0 e arbitrata dal belga Goethals assistito daisignori Veermesch e Bosschaert”. Il top della scalata c’è con la nascita della famosa triade juventina, dove sarà definito da Gianni Agnelli “lo stalliere del re, che deve conoscere tutti i ladri di cavalli”. Sarà un periodo di grandi successi, vittorie, acquisti eccellenti. Alla Juventus, rimase fino al 2006, cioè fino a quando è stato indagato per truffa calcistica(Calciopoli), tra intercettazioni telefoniche, gestione dei media, illecita concorrenza condita da violenza e minacce nelle procure dei calciatori(GEA) e controllo della classe arbitrale(con conseguente alterazione dei risultati delle partite). Dopo aver dato le dimissioni come direttore generale della Juventus, ancora oggi, la sua carriera calcistica è in bilico tra le varie sentenze e appelli, ma risulta ancora inibito. Gli estratti riportati nell’articolo sono tratti dal libro “ Lucky Luciano. Intrighi maneggi scandali del padrone del calcio Luciano Moggi” Kaos Editore. [album id=103 template=compact]

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