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Moratti e il giornalismo per tifosi

Redazione

7 luglio 2011

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A margine, ma nemmeno tanto, della Calciopoli che questa estate ci permette di lavorare senza esaltare più di tanto qualche sudamericano sconosciuto o troppo pompato, il presidente dell'Inter Massimo Moratti se l'è presa con la Gazzetta dello Sport rea a suo dire di un attacco calcolato ai danni dell'Inter (e a favore della Juventus, quindi) già molto prima della relazione di Palazzi. Film già visti, con altre squadre e altri quotidiani sportivi ma soprattutto con i media locali di piccole realtà: quei posti in cui il giornalista che segue quella tal squadra ha come massima ambizione nella vita quella di fare l'addetto stampa di quella squadra, sfuggendo ad una vita di collaborazioni mal pagate. Nel merito della vicenda Inter-Palazzi-Scudetto 2005-06 siamo entrati e rientreremo mille volte, qui vorremmo solo far notare che Moratti come quasi tutti i tifosi ritiene che il buon giornalista sia quello che scrive in discreto italiano quello che tu già pensi. Insomma, una specie di 'confermatore' di pregiudizi. Senza bisogno di grandi indagini, basterebbe un'occhiata ai commenti degli ultimi post per rendersene conto: un esercito di 'Non leggeremo più il Guerino' contrapposto a un altro di 'Anche voi come Moggi'. Si dà per scontato che il giornalista scriva sotto dettatura, insomma, scenario che soprattutto in Italia è credibile: gli editori che vivono di editoria sono pochissimi, la maggioranza tiene in vita giornali in perdita o troppo costosi solo per avere in mano uno strumento di pressione da giocarsi su altri tavoli. Nella politica, nell'edilizia, nell'economia, anche nel calcio. Il non detto di Moratti, nostra modesta deduzione, è che essendo la Fiat uno dei principali azionisti della RCS la Gazzetta esprima la posizione degli Agnelli. Cosa che non è nemmeno in contraddizione con la linea anti-Moggi tenuta dal giornale durante Calciopoli: in quel momento anti-Moggi non significava essere anti-Agnelli, anzi. Dell'azionariato RCS, a dire il vero, fanno parte anche un Della Valle che con l'Inter ha il dente avvelenato (ritiene di essere stato condannato per comportamenti simili a quelli tenuti da Facchetti) o Tronchetti Provera che di Moratti è fra i migliori amici, quindi con questo metro si potrebbe sostenere tutto e il suo contrario. Più interessante pensare ai lettori, che non solo nello sport in larga maggioranza concepiscono giornali e trasmissioni solo come estensioni della loro partigianeria. E di sicuro la Gazzetta ha nel tifoso interista la sua principale fonte di reddito, al di là dei rapporti commerciali ufficiali che l'azienda ha con i nerazzurri, Juventus e Milan: Moratti glielo ha ricordato, con livore degno di miglior causa. Stefano Olivari

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