In tedesco si é soliti usare l'espressione "Männersache" per sottolineare che si tratta di una cosa da uomini, come: guidare l'automobile, passare la serata introno ad un tavolo bevendo birra o giocare a calcio. Ebbene i tempi cambiano ed anche un mondo estremamente maschilista come quello dello sport della pedata si é accorto che esiste anche il gentil sesso che, per pubblicizzare il mondiale rosa del 2011, ha deciso di sbeffeggiare i maschietti con cartelloni del tipo: "Dritte Plätze sind Männersache", ovvero: i terzi posto sono cose da uomini!La Germania, il Paese organizzatore, é il favorito numero uno alla vittoria finale sia per il palmares (due titoli ed un secondo posto) che per il parco giocatrici: su tutte il capitano Birgit Prinz che ha messo a segno più di 120 gol in oltre 200 presenze con la maglia della Nazionale. A disposizione del Ct Silvia Neid ci sono però anche uno dei più forti portieri del mondo (Nadine Angerer) o difensori rocciosi come Saskia Bartusiak o Annike Krahn ma anche giovani talenti come Alexandra Popp (classe 1991) o Fatmire Bajramaj (1988). Una squadra forte, ben assortita e che gioca un buon calcio, come hanno dovuto ammettere i vari Klopp, Heynckes ed altri ancora che hanno confessato di guardare le partite della propria Nazionale non solo con l'occhio del tifoso ma anche con quello del tecnico. E non solo i soli, perché, in attesa, che gli uomini di Löw riprovino a conquistare un titolo che manca dal lontano 1996, in Germania é scoppiata la febbre del mondiale rosa. Nelle città si vedono automobili con la bandierina da finestrino e negli stadi dove gioca la Germania c'é il tutto esaurito (74 mila spettatori a Berlino all'esordio e 49 a Francoforte contro la Nigeria).
Ma non basta. Gli incontri vengono trasmessi in diretta (non solo quelle delle padrone di casa) e quando gioca la Germania le quote d'ascolto schizzano alle stelle. Pensate che la partita d'esordio contro il Canada (giocata alle 18 di domenica 26 giugno) ha tenuto incollati davanti ai teleschermi 14 milioni di spettatori, ovvero il 58% del pubblico televisivo. Se prendiamo a riferimento il mondiale maschile del 2010, la partita Germania - Canada avrebbe raggiunto il decimo posto nella classifica dei match con il maggior numero di telespettatori.
Anche i giornali ed i settimanali dedicano diverse pagine e speciali al mondiale rosa, a dimostrazione del forte interesse verso un evento così sentito. Certo la Germania é favorita ed i tedeschi non vincono un titolo (mondiali o europei a livello di nazionale maggiore) da 15 anni, ma l'entusiasmo é il segnale della cultura di un Paese che riempie regolarmente gli stadi della Bundesliga ma anche di altri avvenimenti sportivi che in Italia definiremmo minori. Ippica, tennis, pallamano, persino la Dritte Liga, ed oggi il mondiale femminile hanno un contorno di pubblico che non ha nulla da invidiare ai fuoriclasse alla Robben e Ribery.
Forse, per poter primeggiare nello sport serve una cultura sportiva alle spalle. Una cultura che porta la gente allo stadio o nei palazzetti con la voglia, non solo di tifare, ma anche di divertirsi e di poter raccontare un giorno: io c'ero. È lo stesso spirito che ha permesso di riempire l'Allianz Arena nel 2006 per vedere la Tunisia contro l'Arabia Saudita e che spinge i tedeschi a seguire la propria nazionale di calcio femminile.
Da noi invece la Nazionale maggiore deve andare in provincia per riempire lo stadio e l'Olimpico presenta dei vuoti persino nei derby!
A qualcuno dei nostri dirigenti (federali e di club) farebbe bene venire in Germania per assistere a qualche partita di quello che probabilmente chiamano ancora "calcio in gonnella".
di Gianluca Spessot