Dunque, l’erba c’è. I vestiti dei tennisti prevalentemente in bianco anche. Le fragole con la panna nei bar non mancano mai. E neanche le volée, sempre poche rispetto a una volta, ma sempre moltissime rispetto al resto del tennis mondiale. insomma, Wimbledon c’è. Eppure manca qualcosa. Anzi, qualcuno. Gianni Clerici e Rino Tommasi, con le loro chiacchiere che mescolavano arsenico e vecchi merletti, il tè delle cinque e aneddoti incredibili, commenti tecnici acutissimi e precise statistiche, ognuno dei due compensando e integrando pregi e difetti dell’altro. Bellamente silurati da Sky. Che in effetti ha bellamente silurato il tennis tout court (soprattutto court, se ci passate una battuta molto inglese). Ormai quasi tutto, a partire da tre Slam su quattro, è stato dato in appalto a Eurosport, perché tanto - è il ragionamento di Mockridge e soci - uno deve comunque guardarla con la parabola, quindi essere nostro cliente.A Sky degli Slam è restato solo Wimbledon, il resto del tennis è stato rimpiazzato dal wrestling e dal poker (dove il massimo dello sport è reggere delle pesantissime carte), e ovviamente dal calcio. Per cercare di farsi perdonare l’astinenza, le due settimane appena iniziate saranno la solita orgia che si inventa Sky in queste occasioni. Non so se avete presente uno dei capolavori di Marco Ferreri, La grand bouffe, dove quattro amici decidono di uccidersi mangiando in continuazione. Ecco, qui è la stessa cosa. Sei canali appositi, più uno dove puoi seguire punto per punto ogni match saltando poi su quello che vuoi tu e non capendoci più una fava, rimbambendoti di zapping (uno inizia una volée vincente, clic ed ecco un passante all’incrocio delle righe, clic ed ecco un lob, clic ed ecco un doppio fallo), con tanti saluti all’analisi e alla comprensione, l’importante è ingozzarsi di roba purchessia. Ah già, poi la finalissima in 3D per il piacere di credere che quello smash ti stia entrando in salotto, proprio contro il vaso finto Ming regalato da zia Caterina che non vedi l’ora si rompa inavvertitamente. Ah e pure la tecnologia Piero, dove Piero non è vostro cognato ma la possibilità per i telespettatori di vedere angolazioni di gioco inaccessibili alle telecamere (sarebbe in omaggio alle prospettive inventate dal pittore Piero della Francesca, questa deve averla inventata Sgarbi sotto acido) Profluvio di tecnologia, profluvio di giornalisti: seguiranno Wimbledon in 14 (quanti da Londra e quanti da studio meglio non sapere, meglio non chiedere), più otto commentatori tecnici. Converrete, cari lettori, che bisognava risparmiare qualcosa, per non mettere le mani nelle tasche degli abbonati. Quindi zac a Clerici e Tommasi, che peraltro manco gli sarebbero costati troppo visto che sono già in loco a scrivere, uno per Repubblica l’altro per la Gazzetta. Ma appunto avrebbero fatto le loro cronache stantie, noiose, non briose, non pronte a esaltare Piero, tutto il tennis minuto per minuto (pensate Clerici cosa si sarebbe potuto inventare sui pantaloncini delle tenniste e le loro forme mostrate in 3D), tentando magari di fare capire qualcosa. Rinnovamento, rinnovamento, rinnovamento parola d’ordine che a Sky impera per tutto: il passato è passato e non conta, non conta mai, specie se non è stato trasmesso da Sky e quindi per Sky non esiste, non è mai esistito (filosofia molto berlusconiana e intendiamo il Berlusconi presidente del Milan, non il politico). Conta al massimo se può fornire qualche ex campione da trasformare in commentatore. Clerici e soprattutto Tommasi ci sono restati male. Non capendo che Sky, cacciandoli, ha fatto loro il migliore dei complimenti.
Livio Balestri