L’importante è boicottare

L’importante è boicottare

Pubblicato il 14 giugno 2011, 15:05

Strano e affascinante paese il Belgio, senza governo da un anno (primato mondiale) senza che la cosa importi più di tanto ai cittadini. Fiamminghi e valloni ormai non riescono a trovare un accordo su niente che non sia il tifo per Clim Clijsters o la nazionale di calcio. Ma anche il mondo del pallone non sta propriamente vivendo sonno tranquilli. Solamente nelle ultime due settimane si sono contate tre polemiche a livello nazionale. La miccia è stata accesa dalla ridefinizione del contratto sui diritti televisivi. L’accordo tra le emittenti Telenet e Belgacom ha portato a 55 milioni di euro (record per il calcio belga) il bottino da spartire tra i sedici club della Jupiler pro League. Telenet trasmetterà i tre incontri di cartello della giornata, Belgacom i rimanenti cinque. Peccato che per la ricezione dei due canali servano due decoder differenti; pertanto il tifoso che non vuole perdersi nemmeno un incontro della sua squadra dovrà sborsare circa 75 euro al mese, contro i 37/38 attuali. Da qui la prima campagna di boicottaggio. La seconda ha visto protagonisti i club. Non contenti di incassare da 600mila a 1 milione di euro in più l’anno grazie al nuovo contratto, hanno chiesto diritti televisivi più alti per le partite della coppa nazionale, considerata eccessivamente svalutata. La posizione è la seguente: dateci più soldi oppure la coppa del Belgio la faremo giocare alle squadre di Eerste Klasse e divisioni inferiori. Chiusura con i tifosi dello Standard Liegi, pronti a scendere sul piede di guerra (in primo luogo non rinnovando gli abbonamenti) se la società venisse acquistata dalla compagnia di investimento privato Value8. Per l’ultimo baluardo della Vallonia calcistica, assieme al neopromosso Mons-Bergen, nella massima divisione nazionale, finire nelle mani di una società olandese (quindi in senso lato fiamminga) rappresenterebbe un beffardo scherzo del destino. Ma se il direttore generale dei Rouches Pierre François, fedele al motto “pecunia non olet”, ha definito quella della Value8 “la miglior scelta possibile”, altri all’interno del club si sono mostrati più sensibili agli umori della folla, raffreddando la pista. Nel mentre sulla stampa comparivano i nomi di altri potenziali candidati: Bernard Tapie (!), Flavio Briatore (!?) e l’immancabile sceicco del Qatar. Strano e affascinante paese il Belgio.....

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