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Scandalo scommesse: giustizia sì, gogna no

Redazione

07.06.2011 ( Aggiornata il 07.06.2011 12:57 )

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Una persona che lo conosce bene, mi ipotizza un Beppe Signori sconvolto. Non tanto per sé, comunque bruciato nel calcio per il resto della vita, quanto per i riflessi che la vicenda sta provocando sulla sua famiglia, a partire dai figli. Domani sarà accompagnato su un cellulare della Polizia dalla via bolognese in cui abita con la nuova compagna, a due passi dallo stadio Dall’Ara, al Tribunale di Cremona, dove lo aspetteranno i magistrati per interrogarlo. Sarà la prima volta per lui. Sinceramente non sarebbe bello assistere a sceneggiate a favore di telecamera, intendo il sadico voyerismo che investì Enzo Tortora 28 anni fa, in un altro giugno. Già le manette a Paoloni mi hanno lasciato perplesso. Non mi piacciono gli eccessi e lo dico in questi giorni di giusta indignazione, sfidando l’impopolarità del pensiero comune che invoca la forca, la solita gogna mediatica. Sono schifato, nauseato, arrabbiato perché ne va di mezzo anche il mio mestiere di narratore di sport. Ma non amo il giustizialismo, preferendovi da sempre la giustizia. Già bella e ricca di per sé, senza bisogno di integralismi o di quella sete di sangue che intravvedo su qualche bocca. Ripeto: anch’io, come tutti, ho provato come primo sentimento quello della rabbia e dello schifo per certe storie lette, in sintonia con quanto mi accadde nell’estate 2006. Però non bisogna andare dall’altra parte, perché il calcio di questi anni non è stato guastato unicamente dai Signori, dai Doni e dai Bettarini, ai quali anzi auguro - da garantista - di riuscire a provare la loro innocenza. Di Beppegol, che una volta uscito dai campi di gioco non ha ancora trovato la porta giusta della seconda vita, una figura sprovveduta e goffa, al momento non ho letto neanche un’intercettazione. E così di Doni o di Bettarini. Arriveranno, io credo, insieme a un’onda che si annuncia travolgente, finalmente con la Serie A dentro. Del resto il giudice Salvini ha indagato su Piazza Fontana, è un giudice coi controfiocchi, mi pare che tutta l’inchiesta sia stata condotta con rigore. È tutto il contorno a piacermi via via di meno, anche di quei giornali che fanno presto a scagliarsi contro Paoloni. Mica è un potere forte, no?

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