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Tutta colpa di Balotelli

Redazione

6 giugno 2011

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Non siamo ancora in estate, ma la task force anti-truffe calcistiche, vagheggiata dal ministro dell'Interno Roberto Maroni in una intervista alla Gazzetta dello Sport, sembra la classica dichiarazione estiva buttata lì per guadagnarsi un facile titolo. L'argomento del momento è il calcioscommesse? E noi diciamo una cosa generica,che possa incontrare la generica approvazione dell'uomo qualunque, quello che al bar dice 'E' tutto uno schifo' mentre esce senza pagare il caffé. Se lo schema fosse lo stesso della tessera del tifoso, che ha fatto diminuire i reati connessi allo stadio ma anche gli spettatori che con la violenza hanno niente a che fare, bisognerebbe proibire del tutto le scommesse. Ma a questo punto anche il web, magari con schermature di tipo cinese. Per la serie 'L'evirazione di massa farà diminuire il numero di stupri'. Un po' come per i telespettatori delle partite di cartello della serie A, che a seconda del giornale passano da 2miliardi a 30mila, le cifre sul mercato delle scommesse sportive in Italia vengono spesso buttate lì a caso. In realtà la parte legale è facilmente quantificabile in pochissimo di più di 4 miliardi di euro di raccolta, con un pay-out (la quota che torna indietro sottoforma di vincite) che a seconda delle aziende varia dal 65 all'80%. Solo attraverso stime si può affermare che le scommesse sportive gestite in maniera illegale, con clientela italiana, tocchino una raccolta di 3 miliardi di euro: cifra enorme, anche rapportata al danno per l'Erario. E' interessante notare che il 30% delle giocate sia sulla serie A e quasi il 10% sulla B. Ecco, secondo voi la A interessa 'solo' tre volte più della B? C'è poi anche da dire che non tutto quello che viene gestito in maniera illegale debba per forza corrispondere a partite truccate. Anzi. Il banco, anche il banco camorrista, teme le partite taroccate almeno quanto la Snai. L'interesse a truccare le partite è solo degli scommettitori, per il riciclaggio di denaro con pochi rischi basta e avanza tenere il banco. A proposito di camorra, la visita a Scampia (del giugno dell'anno scorso) di Mario Balotelli sembra fatta apposta per il solito esercizio di stile sulla pelle di un ragazzo non particolarmente sveglio ma che ha l'unica colpa di non avere difensori mediatici (quando e se andrà al Milan la musica cambierà). Un amico aveva accompagnato Balotelli, già a Napoli per fatti suoi (doveva ritirare un premio) nei luoghi che hanno ispirato Gomorra: sia il libro che il film sono molto piaciuti all'attaccante all'epoca ancora interista, segno comunque di un campo di interessi più vasto del 'ci aspettano dieci finali'. A Scampia è statisticamente più probabile trovare due camorristi che due suonatori di oboe, Balotelli ha trovato i due camorristi e le inevitabili maradoniane foto ricordo con loro. Poteva risparmiarsele, come tante altre cose, ma accostarlo giornalisticamente (anche come spazi) alle partite truccate è stata una porcheria. Che poi si stia rovinando con le sue mani, ben assistito da Raiola, è ormai chiaro: ma l'autodistruzione non è un crimine, se non contro se stessi. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it

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