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De Rossi al posto di Aguero

Redazione

3 giugno 2011

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Daniele De Rossi è solo il primo mostro sbattuto in prima pagina visto che ex campioni, calciatori sul viale del tramonto e mestieranti da Lega Pro interessano il giusto alla massa dei lettori-telespettatori. Altri ne seguiranno, essendo i grossi nomi funzionali sia al lavoro degli inquirenti (per visibilità personale e sostegno mediatico ad un'indagine sempre a rischio insabbiamento) che alla difesa degli imputati (il 'tutti colpevoli' piace sempre, in ogni campo). Non parliamo poi dei media, che hanno fatto titoli ambigui sul centrocampista della Roma (gli articoli invece erano corretti), pochi giorni dopo le acrobazie per nascondere le richieste dei pm di Napoli (l'unico imputato sembra essere Moggi, mentre i Della Valle sono spariti anche dai sommari). Al momento il nome di De Rossi è stato fatto dall'incredibile Paoloni, che forte solo di una conoscenza giovanile ha fatto il suo nome al telefono a uno dei compari per acquisire più credibilità. Un po' come quando i giornalisti, per sostenere un'invenzione di calciomercato, dicono 'Moratti mi ha confidato che...' o 'Ero a cena con Zamparini....' Niente di niente, allo stato attuale. Finora i magistrati hanno ben distinto i fatti o gli accordi telefonici diretti dal millantato credito, attraverso cui si può tirare in ballo chiunque, ma intanto nella testa della gente De Rossi rimarrà per sempre 'Quello che era coinvolto nell'indagine sul calcioscommesse'. Questo, lo ripetiamo, a prescindere da eventuali colpe del giocatore che non sta a noi accertare e che in ogni caso al momento non risultano. C'è di più: per la sua situazione personale (l'ex moglie Tamara è figlia di un pregiudicato assassinato qualche anno fa) buttare lì il nome di De Rossi senza grandi riscontri è ancora più vile. Non potendo scrivere la verità su questa situazione, asteniamoci almeno dal buttare lì idiozie per il gusto di fare 'Romanzo Criminale' in salsa calcistica. Importante è il discorso di fondo: chi ha truccato le partite, a fini di scommesse o di classifica, ha commesso un illecito, mentre chi è stato citato al telefono da un malfattore non dovrebbe avere l'onere di discolparsi. Tanto meno quando lo stesso procuratore capo di Cremona, Roberto Di Martino, afferma che De Rossi non è coinvolto. Il vero non detto di tutta la vicenda è che in questa estate con pochi campioni in arrivo in Italia alla gente si darà il sangue. Non dei vinti, non dei vintori e forse nemmeno degli scommettitori. Perché non si può scrivere per tre mesi di fila che Aguero e Tevez hanno firmato, soprattutto quando non hanno firmato né mai lo faranno. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it

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