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Club e padroni che non si possono toccare

Redazione

2 giugno 2011

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Finché si parla di serie B e LegaPro il moralismo da popolo bue scatta in automatico, come se per dare un giudizio sul fantastico finale di primo tempo di Atalanta-Piacenza (noi l'abbiamo vista) fossero necessarie intercettazioni e arresti. Adesso che si comincia a parlare di serie A scattano invece i distinguo e dopo le bastonate a Signori presto sui media verranno mandati a combattere i Navy Seals del garantismo. Milan-Chievo, Inter-Lecce, Brescia-Bologna: tutte partite su cui i vari gruppi di scommettitori e di scommettitori-taroccatori (il distinguo qui va fatto), dai Bolognesi agli Zingari, la sapevano ma soprattutto pensavano di saperla lunga. Sentiamo tanti nomi, ma non saremo noi a farli prima della magistratura. Siccome è prevedibile che quando verranno toccati certi club si scatenerà l'inferno, perché nel 2011 il calcio ha un'importanza sociale molto superiore a quella che aveva nel 1980, è bene dire prima che l'unica differenza che conta ai fini della giustizia sportiva è quella fra il tesserato Figc che scommette e il tesserato Figc che altera in maniera fraudolenta l'andamento di una partita (non solo per motivi legati alle scommesse). Nel primo caso, visto che il tesserato non può scommettere nemmeno su eventi slegati dalla sua squadra (esempio: un giocatore della Juventus non potrebbe scommettere, nemmeno per interposta persona, sulle partite del Frosinone), scatterebbe la squalifica sportiva ma non saremmo in un campo di interesse della giustizia ordinaria, a meno che le puntate vengano effettuate tramite il totonero o siti senza autorizzazione AAMS. Si parlerebbe quindi di violanzione dei principi di lealtà, di infrazione al codice di giustizia sportiva della Figc e di squalifiche personali misurabili in mesi. Nel secondo caso oltre agli aspetti penali, come minimo frode sportiva, saremmo in piena zona illecito sportivo con effetti dirompenti anche sul futuro delle squadre di appartenenza. Quindi promozioni da cancellare, campionati di appartenenza da cambiare con retrocessioni d'ufficio delle squadre, squalifiche sportive di anni e processi penali. E' bene dirlo subito, prima che si levi il grido già sentito ai tempi di Calciopoli. Non si può avere una serie A senza la Tizia, o la Caia o la Sempronia. Perchè? Se un giocatore di queste tre squadre ha truccato una partita la serie B sarà automatica. Se si sarà limitato a scommetterci sopra pagherà invece solo lui. Sembra semplice, ma i media devono difendere il proprio bacino di utenza e in certi casi anche i propri padroni. Un buon esempio sono le recenti richieste di pena dei pm di Napoli, riportate dai più come se l'unico citato fosse stato Moggi. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it

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