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Morinini, atto terzo

Redazione

10 maggio 2011

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Per centrare quel ritorno in Super League atteso da nove anni, il Lugano capolista nel campionato cadetto svizzero ha licenziato il proprio allenatore per ingaggiare colui che lo scorso anno aveva condannato il club ticinese ad un altro anno di purgatorio: Roberto Morinini. Tuttavia la vicenda è ancora più complessa di quanto sembri, perché il rapporto tra Lugano e Morinini sfiora i toni della telenovela. Un piccolo passo indietro. Dopo la bancarotta del 2002, il Lugano ha iniziato una lenta e faticosa risalita verso la massima divisione. Nelle ultime due stagioni sono arrivati due secondi posti consecutivi in Challenge League, e pertanto in entrambi i casi i bianconeri hanno dovuto giocarsi la promozione al barrage, lo spareggio contro la nona classificata di Super League. E’ andata male; nel 2009 vinse il Lucerna di Davide Chiumiento, lo scorso anno invece il Bellinzona, guidato proprio da Roberto Morinini – subentrato alla disastrosa gestione di Alberto Cavasin ( e poi qualcuno si stupisce se la Sampdoria sta sprofondando in Serie B…). Lugano-Bellinzona fu uno spareggio dai contorni decisamente singolari; un derby ticinese in cui l’allenatore di una squadra (Marco Schällibaum) aveva iniziato la stagione nell’altra, mentre quello della seconda (Morinini, appunto) era un mito della prima. Proprio così, perché il tecnico di Gudo ha scritto alcune tra le più belle pagine nella storia del Lugano. Era lui la guida dei bianconeri quando nel 1995 espugnarono San Siro ed eliminarono l’Inter dalla Coppa Uefa; e c’era sempre lui quando nel 2001 il club finì al secondo posto e si qualificò per i preliminari di Champions League. Oggi il terzo ritorno in riva al Ceresio, a nove anni da quell’8 maggio 2002 a Basilea che ha rappresentato per Morinini l’ultima partita alla guida di un Lugano il quale, a dispetto del terzo posto in campionato, sarebbe fallito poche settimane dopo. Altri tempi. Il Lugano attuale è una squadra reduce da tre sconfitte consecutive (Schällibaum ha però pagato più i brutti rapporti con il presidente Angelo Renzetti che non il filotto negativo) ma ancora in testa al campionato a quattro giornate dalla fine; il vantaggio sulle inseguitrici Vaduz, Losanna e Servette si è però comprensibilmente assottigliato. Ecco pertanto una minestra riscaldata per la terza volta. Magari è ancora buona.

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