Lo spagnolo indubbiamente non ha fallito praticamente mai affrontando con delle ambizioni i grandi giri: tre vittorie al Tour de France, una al Giro del 2008, quando - si dice - arrivò chiamato all'ultimo momento dal relax della spiaggia. A parte un lieve stato influenzale accusato nell'ultimo periodo, che ne ha opacizzato le prestazioni nelle classiche del nord (puntava soprattutto alla Freccia), Contador ha seguito un programma di preparazione meticoloso e dovrebbe presentarsi nella forma adeguata al ruolo di favorito. Semmai, l'unico dubbio potrebbe essere di natura psicologica. Lo spagnolo infatti corre perchè la federazione spagnola lo ha assolto dall'accusa di doping, accettando la tesi della bistecca 'inquinata' mangiata allo scorso Tour de France. Corre però anche con l'incubo di vedersi sbarrare la strada al Tour de France: l'Uci ha fatto ricorso al Tas contro il provvedimento, e il pensiero per la decisione - annunciata entro giugno - potrebbe indubbiamente pesare sulla concentrazione.
Il caso della bistecca di Contador apre la ferita del doping. Se intorno al Giro c'è un certo entusiasmo dal punto di vista tecnico (parterre de roi al via), dal punto di vista morale la partenza è così così. Per il coinvolgimento nell'inchiesta di Mantova, non ci saranno Damiano Cunego (che un Giro lo ha pure
vinto), l'ex campione del mondo Alessandro Ballan e Marzio Bruseghin, quest'ultimo con i suoi simpaticissimi tifosi muniti di copricapo ispirato agli asini (la passione del veneto). Per non parlare poi di Riccardo Riccò - il quale però non va certo messo sullo stesso piano dei tre appena citati -, che per poco non ci lascia la pelle per una folle trasfusione artigianale. Non un grande viatico insomma. Riuscirà l'entusiasmo della gente, la festa continua per il Giro che celebra il 150° dell'unità d'Italia, a scrollarsi di dosso certe brutte vicende? Fosse solo quello, l'entusiasmo vincerebbe. Bisognerà vedere però se l'etica dei partecipanti si manterrà costantemente alta.
Tornando al lato tecnico, gli avversari più tosti per Contador dovrebbero essere Vincenzo Nibali e Michele Scarponi. Il siciliano, che già l'anno scorso fu determinante per la maglia rosa finale di Ivan Basso (il varesino, assente, punta al Tour), ha nel curriculum una Vuelta di Spagna, il che non è poco. Forse il percorso presenta qualche salita eccessivamente dura per lui: lo scorso settembre, verso Madrid, seppe gestirsi molto bene, ma l'avversario principale era Joaquin Rodriguez e non Alberto Contador. Circa Scarponi, il marchigiano ha cominciato ad andare forte subito, ed addirittura con un pizzico di fortuna in più avrebbe potuto vincere anche la Milano-Sanremo. Almeno sulla carta, le speranze concrete degli italiani sono su loro due, anche se poi non mancano altri elementi in grado di incendiare la corsa, come ad esempio Sella e Pozzovivo. Da tenere d'occhio anche Danilo Di Luca, che però nella Katusha non parte con i gradi di capitano e difficilmente, a meno che la corsa si metta in un certo modo, potrà fare altissima classifica.
Per la classifica finale, la regolarità di Denis Menchov - il tipico che si vede poco ma c'è sempre - va presa in seria considerazione. Da seguire anche Joaquin Rodriguez - un po' troppo fermo a cronometro - mentre una possibile sorpresa la potrebbe offrire il ceco Roman Kreuziger, che sembra pronto per il classico salto di qualità. Per altri traguardi, inutile fare un elenco dei vari cacciatori di tappe, tra i quali potrebbe rientrare il campione d'Italia Visconti. Limitiamoci solo a ricordare che anche gli sprint si presentano appassionanti con tipi del calibro di Mark Cavendish, Tyler Farrar e Alessandro Petacchi.
Fonte: Luigi Panella per Repubblica, link all'articolo